Sa che a Palazzo Marino lo chiamano il «rompiscatole del wi-fi». Ma il ventiduenne capogruppo del Movimento 5 Stelle continua a protestare.
Nei giorni scorsi il Comune ha presentato un altro punto sulla mappa dell’internet senza fili. «L’era dell’internet free approda al Pac», il Museo di arte contemporanea si aggiunge - recitava la nota - «ad altre 50 sedi del Comune già raggiunte dal servizio». Dalle nove sedi dell’anagrafe alle biblioteche dove è possibile connettersi gratis durante l’orario di apertura. «Peccato che siamo ancora indietro di dieci anni» commenta il grillino Mattia Calise. Il «rompiscatole» accompagna la protesta ai dati. Due giorni fa è andato a misurare con il portatile la lentezza del servizio al Museo del Novecento, nell’aula del consiglio comunale a Palazzo Marino. Ed è la stessa rete che i milanesi trovano - per dire - alla Sormani o all’Anagrafe di via Larga, due punti nell’elenco di cinquanta sedi pubbliche. A Palazzo Marino o al Museo del Novecento? Nel servizio lanciato dalla giunta Pisapia non ci sono limiti di tempo ma la velocità di «download» (la velocità massima con cui si possono scaricare pacchetti, documenti, immagini, video) misurata alle ore 15.03, «è di 0,99 megabyte al secondo». Quella di «upload» (con cui si possono inviare mail, fotografie, pacchetti) è di 0,24 megabyte. Bassissima, se devi spedire un’immagine puoi aspettare delle ore».
Con una mozione in aula Calise chiederà che «si alzi almeno ad un megabyte la velocità per inviare documenti», e «saremmo comunque indietro di 10 anni». Per chi studia e lavora insomma difficile utilizzare il servizio del Comune senza intoppi, si rischia di non poter fare a meno di un contratto privato. La rete senza fili, peraltro, arriva in 50 sedi pubbliche ma «non negli uffici dei consiglieri in via Pellico, devono andare sul balcone per “catturare” il servizio della Galleria».
E qui funziona il WiMi. É l’altro servizio del Comune, lanciato ad aprile dall’allora sindaco Letizia Moratti. E già il giovane capogruppo sottolinea una stranezza: «Perchè il Comune deve mantenere due reti? WiMi è attiva lungo l’asse San Babila-Duomo-Cairoli, è gestito da Atm che ha un contratto con Telecom». Il servizio nelle sedi comunali invece «è un investimento appaltato a British Telecom. Viene quindi vissuto dal Comune come un servizio da pagare. L’amministrazione dovrebbe creare una propria struttura, senza più pagare internet come un servizio, e concentrarlo su una rete unica». Il test su WiMi in Galleria (alle ore 16.38) mostra una velocità di download pari a 11,52 megabyte al secondo, dieci volte più dell’altro servizio. Quella di upload è pari a 8,83 megabyte, addirittura 36 volte più veloce che al Museo del ’900. «Può competere con gestori privati come Fastweb» fa presente Calise. Le pecche di Wi-Mi sono «l’estensione troppo ridotta, in pratica da San Babila al Castello, e la possibilità di navigare gratis solo un’ora al giorno». La connessione è senza limiti di tempo solo sul portale Wi-Mi che propone servizi del Comune, informazioni su turismo, eventi e trasporti in città.
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