Roma - Un passaggio del rapporto italiano sulla morte di Nicola Calipari fu costruito "specificatamente" in modo da "evitare che la magistratura aprisse ulteriori inchieste" sull’uccisione dello 007. È quanto emerge da un cablogramma del maggio 2005 a firma dell’allora ambasciatore americano a Roma, Mel Sembler. "Il governo italiano voleva lasciarsi alle spalle" la vicenda Calipari, un caso che comunque "non avrebbe danneggiato i rapporti" con gli Stati Uniti, si legge nel cablogramma stilato dopo che al diplomatico Usa era stato mostrato in anteprima il rapporto a Palazzo Chigi.
Palazzo Chigi: "Tutto è privo di fondamento" "Ancora una volta i resoconti di Wikileaks attribuiti all’ambasciatore americano in Italia corrono il rischio di accreditare posizioni, non solo mai assunte dal governo italiano, ma esattamente contrarie alla verità". È quanto scritto in una nota diffusa da Palazzo Chigi. "Evidentemente, in quei resoconti si sono scambiati i desideri con la realtà, le domande con le risposte. E le valutazioni personali di diplomatici americani a Roma si sono trasformate in presunte "posizioni ufficiali" che il governo italiano non ha invece mai assunto. Inutili quindi, o strumentali, le polemiche su qualcosa che non esiste. I fatti ed i documenti provano, del resto, il contrario di quanto afferma Wikileaks, e cioè la verità. Uno per tutti, la relazione con la quale il governo italiano si è dissociato dalle conclusioni dell’inchiesta americana sul caso Calipari. Basta questo per dimostrare come le presunte rivelazioni di Wikileaks siano, ancora una volta, assolutamente prive di fondamento; e, quindi, fuorvianti. Il tenore della nota sarebbe stata condivisa da Gianfranco Fini, allora ministro degli Esteri.
Le prove dell'omicidio Nelle conclusioni dell’inchiesta italiana si mette in evidenza che "gli investigatori non hanno trovato alcuna prova che l’omicidio (di Calipari) sia stato intenzionale", scrive l’ex ambasciatore. "Quest’ultimo punto", sottolinea Sembler, "fu scritto specificatamente per scoraggiare ulteriori inchieste da parte dei pubblici ministeri, dal momento che, in base alla legge italiana, sembra che possano indagare su casi di omicidio volontario contro cittadini italiani fuori dell’Italia, ma non in casi di omicidio preterintenzionale".
Le indagini parlamentari Nel cablogramma, catalogato come "segreto", l’ambasciatore sottolinea inoltre di aver ricevuto rassicurazioni dal governo italiano che "bloccherà i tentativi delle commissioni parlamentari di aprire indagini" sulla morte di Calipari nonostante vi siano "diverse richieste in questo senso da parte dell’opposizione". In particolare il governo avrebbe fatto presente come il rapporto italiano "offra già risposte sufficienti".
In campo Bush e Rice Stati Uniti e Italia condividevano il desiderio che il caso Calipari non condizionasse i rapporti bilaterali, e per questo George W. Bush e Condoleezza Rice dovevano scendere in campo. Lo scrive l’ambasciatore Usa a Roma, Mel Sembler, in un dispaccio del maggio 2005. Il 5 maggio, il premier Berlusconi sarebbe intervenuto in Parlamento per discutere il rapporto: "Sarebbe meglio che il presidente George W. Bush lo chiamasse il giorno prima, in modo che lui possa dire in Parlamento di aver discusso la questione con il presidente", spiegano gli interlocutori italiani al diplomatico statunitense nell’incontro del 2 maggio raccontato nel cable.
L'opposizione chiede chiarimenti Il pd chiede che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riferisca in Parlamentare su quanto riferito dai file di Wikileaks. "Le notizie,secondo cui l`ambasciata americana riferiva a Washington che il governo Berlusconi, allora in carica, avrebbe bloccato la richiesta delle opposizioni parlamentari di un`inchiesta che accertasse le cause dell`uccisione di Nicola Calipari - denuncia il responsabile sicurezza del Pd Emanuele Fiano- sono gravissime.
Pretenderemo che il presidente del Consiglio riferisca al Parlamento, spiegando il contenuto di queste informazioni che dimostrerebbero che, per motivi inaccettabili di rapporti internazionali, il nostro governo avrebbe omesso di fare fino in fondo il proprio dovere per accertare le cause dell`uccisione di un servitore dello Stato, che si è sacrificato per riportare a casa una giornalista".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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