Zelig fra passato e futuro con Villaggio e Zalone

Superospiti al cabaret di canale 5 che torna martedi prossimo: anche Jannacci e Cochi & Renato

Zelig fra passato e futuro con Villaggio e Zalone

Milano - Sette edizioni in prima serata, settantasettesima puntata d’esordio per questo ennesimo ritorno fatto di dieci puntate al via su Canale 5 dal 19 gennaio. Una storia, quella di Zelig, che ha registrato l’invidiabile score di sette milioni (e mezzo) di spettatori a settimana, con il 29% di share. Insomma, la cifra «sette» è di quelle dal simbolismo biblico e vorrà pure dire qualcosa. Ad esempio, che non è esagerato definire Gino & Michele e Giancarlo Bozzo - i padri fondatori dello Zelig Cabaret nato tanti anni fa a Milano - i profeti della risata nazionale. «Un giorno il regista Almodóvar passò nel locale in viale Monza e ci disse: mi sembra un bar di Bucarest», ammette Michele.

Ne è passata di acqua sotto i ponti. Il cabaret numero uno della televisione italiana non è mai stato così in salute e, come spiega Gino, dal Teatro degli Arcimboldi dove anche quest’anno il programma andrà in onda «sappiamo di essere entrati nel costume degli spettatori. Ci rinnoviamo di continuo, ma come marchio di garanzia e di qualità manteniamo fissi alla conduzione Claudio Bisio e Vanessa Incontrada. Sono la nostra storia in prima serata». Certo, ammettono, i sogni nel cassetto non finiscono mai: «Per poter completare il giro di tutti i comici ci mancherebbero tre artisti che adoriamo - spiega ancora Gino - e cioè Corrado Guzzanti, Luciana Littizzetto e Antonio Albanese. Ma il primo, che fa della satira politica schierata la sua forza, si fa problemi a venire in Mediaset: teme che il suo pubblico non gradisca. La seconda se ne sta beata accanto a Fazio. Albanese ci ha fatto importanti promesse per l’anno prossimo. Restano poi due sogni impossibili: Benigni e Grillo».

Vecchio e nuovo si prendono per mano in un programma che, quanto ad artisti, nella prima puntata di settimana prossima spegnerà le cento candeline: il centesimo comico arruolato da Zelig è un cavallo su cui tutti scommettono, si chiama Maurizio Lastrico e racconta sprazzi di vita quotidiana attraverso irresistibili terzine dantesche. Lui e altri nove esordienti verranno lanciati sin dalla prima puntata: da segnarsi il Duo Idea, abile nel cantare testi di celebri canzoni con melodie di altri brani altrettanti celebri, o i veneti Minimo, specializzati nel mimare le canzoni della Carrà anni ’70. Dopodiché, i big non mancheranno: ci sono Gene Gnocchi, al ritorno in Mediaset, e - freschi di annuncio - artisti del calibro di Paolo Villaggio, Cochi & Renato e (ospite nella prima puntata) Enzo Jannacci, il cui figlio Paolo è, ufficialmente, il direttore d’orchestra (dal vivo) della trasmissione. Per non parlare di Checco Zalone, Ale & Franz, Ficarra & Picone, e di monologhisti doc Enrico Bertolino e Enrico Brignano.

Oltre ai comici, un corpo di ballo e la già citata orchestra: musica e danza avranno spazi fissi, anche se contenuti dalla legge dello share.

La missione è fare la tv con tutti i crismi: «Vogliamo essere gli eredi del varietà anni ’60 stile Studio 1 - conclude Michele -, dove artisti, ballerini e conduttori sapevano fare il loro lavoro. Per capirci, qui non ci saranno Zelighine». Una stoccata alla concorrenza e alla tv in odor di reality.

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