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Di Maio chiede altro tempo al Colle: "Il contratto non è ancora chuso"

Bocche cucite sul futuro premier. Il leader grillino da Mattarella senza il patto siglato. Che dovrà comunque essere votato dagli iscritti del M5s

Il presidente Mattarella riceve la delegazione del M5s
Il presidente Mattarella riceve la delegazione del M5s

"Dobbiamo chiudere un contratto di governo, mica è un contratto di locazione...". Luigi Di Maio chiede altro tempo. All'ennesimo faccia a faccia con Sergio Mattarella, il capo politico dei Cinque Stelle si presenta con i compiti non finiti. L'accordo, infatti, non è stato ancora ultimato. E comunque, come imposto nei giorni scorsi da Davide Casaleggio, dovrà prima essere votato dagli iscritti al movimento. Non solo. Anche sul nome del futuro presidente del Consiglio non sambrano aver fatto passi avanti. "D'accordo con Matteo Salvini - ha detto il grillino al termine delle consultazioni - abbiamo deciso che nomi non ne facciamo". Tutto rimandato, insomma.

I "tempi supplementari" chiesti da Di Maio al Quirinale serviranno sì alla definizione del contratto di governo con la Lega ma anche, ha confermato lo stesso capo politico dei Cinque Stelle, a consultare gli iscritti al movimento: "Saranno loro a decidere con un voto online se fare partire il governo con questo contratto oppure no". Dopo gli incontri di ieri a Milano (l'ultimo finito a tarda sera all'hotel President di Largo Augusto), i due leader si sono visti alla Camera. Al vertice last minute, prima dell'avvio delle consultazioni, hanno partecipato anche il deputato più vicino a Di Maio, Vincenzo Spadafora, il vice di Salvini, Giancarlo Giorgetti. Sul tavolo il nome (tenuto segretissimo) della figura terza, di "alto profilo", che i due partiti stanno vagliando, e la conseguente composizione del governo. Arrivando alla Camera, il segretario leghista ha smentito che si fosse tornati all'ipotesi che a Palazzo Chigi vada il capo politico dei Cinque stelle. I Cinque Stelle, invece, hanno smentito la candidatura del professore di Storia Economica, Giulio Sapelli.

Durante l'incontro con Mattarella, ha messo sul tavolo l'esigenza di avere qualche altro giorno "per poter concludere definitivamente la discussione dei temi e dare il governo del cambiamento al nostro Paese". "Se parte questo governo parte davvero la terza Repubblica", ha poi chiosato durante la conferenza stampa tenuta al termine delle consultazioni al Quirinale. "Siamo ben consapevoli delle esperienze internazionali che questo governo dovrà affrontare - ha continuato - siamo d'accordo nel fare presto ma siccome stiamo scrivendo il programma di governo dei prossimi cinque anni, per noi è molto importante ultimarlo nel migliore dei modi". Poi la stoccata: "Stanno cambiando i riti della politica: si discute prima delle questioni che riguardano gli italiani e poi, parallelamente e in conclusione, degli esecutori di questi temi". Il dubbio, però, è che non siano ancora stati sciolti i nodi sul patto di governo e non sia stata ancora trovata la quadra sul nuovo inquilino di Palazzo Chigi.

Col timore, poi, che una volta raggiunto l'accordo, Mattarella non lo faccia saltare in aria.

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