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Di Maio incontra un Beppe Grillo furioso: "Ora ti spiego tutto"

Il capo politico vedrà il garante per illustrare e spiegare la caotica situazione. Sotto attacco finisce anche Davide Casaleggio

Di Maio incontra un Beppe Grillo furioso: "Ora ti spiego tutto"

Il caos è ormai un fattore con cui il Movimento 5 Stelle deve fare i conti ogni giorno. Tutto - o quasi - ruota attorno alla figura di Luigi Di Maio, ritenuto uno dei principali responsabili dei recenti disastri elettorali dei grillini. Di conseguenza a finire nel mirino è stato il suo doppio ruolo ricoperto: la veste da capo politico - criticata anche dalla Carta di Firenze - e di ministro non è stata assolutamente digerita dalla base. Anche perché la così annunciata riorganizzazione non si nota ancora nonostante gli infiniti annunci. È a tutti gli effetti sotto processo: ormai anche i fedelissimi gli hanno voltato le spalle, ponendo più fiducia nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E l'ex titolare del dicastero del Lavoro ha avvertito questo clima freddo.

Come riportato dall'edizione odierna del Corriere della Sera, duro sarebbe stato il suo sfogo: "Non ce la faccio più a stare in prima linea così. Tutti chiedono condivisione, tutti contestano l’uomo solo al comando, ma poi al momento buono si sfilano tutti. Perché nessuno ci ha messo la faccia sull’Emilia-Romagna?". C'è chi paventa una dimissione dal ruolo di capo politico, ma i suoi assicurano che questa ipotesi non è assolutamente contemplata. Al momento il suo obiettivo è quello di placare gli animi, consapevole del fatto che inevitabilmente il governo in alleanza con il Partito democratico prima o poi finirà in un fosso.

L'incontro

Nella giornata di oggi, sabato 23 novembre, dovrebbe esserci l'incontro con un Beppe Grillo che viene definito furioso, deluso e addirittura tentato da gesti forti. Il garante del M5S sarebbe stato fortemente contrario a un voto in Emilia-Romagna poiché potrebbe mettere in difficoltà l'esecutivo. Sulla stessa linea anche gli altri big presenti al vertice segreto in una casa privata nel cuore di Roma. Ma il ministro degli Esteri è passato avanti è in poco tempo ha allestito la votazione su Rousseau con Davide Casaleggio e Pietro Dettori. E l'esito è stato schiacciante: il 70% ha detto no alla pausa elettorale dando dunque il via libera alla presentazione delle liste pentastellate il 26 gennaio 2020. Di Maio ieri avrebbe telefonato al fondatore: "Beppe, ora parlo io, voglio spiegarti come stanno le cose. Voglio vederti e spiegarti".

Gli scenari

Nel corso del tour siciliano ha espressamente detto: "Stando al governo abbiamo perso il contatto con la gente". La logica suggerisce che per recuperare empatia con gli elettori bisognerebbe non stare al governo. E dunque? Risultato umiliante in Emilia-Romagna, caduta del governo, scioglimento delle Camere, campagna elettorale e urne. Si tratta ovviamente di fantapolitica, ma la politica ci ha insegnato come nulla sia impossibile. E perciò eventualmente sarebbe da considerare anche il ritorno in scena di Alessandro Di Battista, considerato l'unico vero e possibile sostituto dell'ex ministro dello Sviluppo economico.

Ma sotto attacco è finito anche Davide Casaleggio. Un gruppo di sedici senatori - destinato a incrementarsi - starebbe lavorando a un documento al fine di conferire pieni poteri ai voti del gruppo: in tal modo le decisioni prese dai senatori avrebbero maggiore peso rispetto alla linea del capo politico e di Rousseau. C'è chi minaccia di metterlo al voto nella giornata di martedì: si tratterebbe di un colpo basso per Di Maio e per il verticismo tecnocratico di Milano.

Come era stato già dimostrato dal fastidio espresso dagli eletti nel dover versare nelle casse della piattaforma.

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