Guerra in Israele

La conquista del parlamento a Gaza e il piano per il Libano: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas

Le Idf hanno circondato l'ospedale Al-Shifa e sono penetrate nel parlamento di Gaza City. Bloccata la trattativa per gli ostaggi. Dal valico di Rafah continua l'esodo dei palestinesi con doppia cittadinanza

La conquista del parlamento a Gaza e il piano per il Libano: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas

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La battaglia a Gaza, il piano per il fronte Nord e gli ostaggi: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas

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Nel 39esimo giorno di guerra, l'esercito israeliano ha circondato l'ospedale Al-Shifa, dove si nasconde il capo di Hamas Yahya Sinwar, e ha esteso la sua zona di controllo all'interno della Striscia. Sul fronte diplomatico, sembra essersi arenata la trattativa per il rilascio degli ostaggi ed è stata stabilita una tregua umanitaria nella zona di Rafah.

La battaglia nella Striscia: agguato all'ospedale e Idf nel parlamento di Gaza City

I carri armati israeliani hanno preso posizione attorno all’ospedale Al-Shifa, considerato il quartier generale di Hamas nella Striscia. Stando all'intelligence americana Hamas avrebbe insediato il comando centrale nei sotterranei dell'ospedale. Non solo. Secondo il consigliere alla sicurezza Usa Jake Sullivan che ha parlato alla Cnn i terroristi userebbero Al-Shifa come una copertura per ammassare armi e dare copertura ai combattenti.

Un altro istituto sanitario, l’Al-Quds di Gaza City, è stato teatro di uno scontro a fuoco tra le Idf e un commando di terroristi che, mischiati ai civili, hanno sparato con armi leggere contro i soldati di Tel Aviv che sono riusciti a respingerli, uccidendone 21. Verso sera, soldati israeliani della brigata Golani sono penetrati nel parlamento di Gaza City prendendone il controllo e hanno esposto la bandiera dello Stato ebraico dietro il bancone della presidenza.

Nel pomeriggio, il portavoce militare dello Stato ebraico ha annunciato l’eliminazione del comandante della divisione missili anticarro della brigata Khan Younis Yaqub Ashur e dell'ex capo dell'intelligence militare di Hamas Muhammad Khamis Dababesh. I due sono stati uccisi in azioni congiunte dell’esercito e dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno di Israele. L’esercito, inoltre, ha riferito che tra aviazione e truppe di terra, le Idf hanno effettuato "4.300 attacchi, colpito centinaia di postazioni di lancio di missili antitank, circa 300 imbocchi di tunnel, 3.000 siti del terrore, incluse 100 imbottiti di esplosivo e centinaia di centri di comando e controllo di Hamas". Questi rapidi progressi, però, sono costati la vita fino ad ora a 44 soldati.

In serata, l’esercito israeliano ha riferito che per la prima volta da giorni un grande attacco con razzi è stato lanciato contro l'intera area centrale del Paese, dove sono suonate le sirene antimissile. Il ministro della Difesa Yoav Gallant, invece, ha affermato che “Hamas ha perso il controllo di Gaza, non ha il potere di fermare l'esercito. I terroristi stanno fuggendo al sud e i civili stanno saccheggiando le loro basi. Non hanno più fiducia nel governo”.

Anche il confine libanese continua ad essere teatro di scontri con i terroristi di Hezbollah, che oggi hanno sparato missili anticarro e colpi di mortaio, ferendo alcuni civili in Alta Galilea. Le forze israeliane hanno risposto con fuoco di artiglieria e raid aerei. Herzi Halevi, capo di stato maggiore dell'esercito israeliano, ha spiegato che le Idf sanno preparando piani operativi per il nord. "La nostra missione è portare la sicurezza. La situazione della sicurezza non rimarrà tale da non consentire ai civili di sentirsi sicuri di tornare nelle loro case", ha detto durante un visita presso il Comando Nord.

Il fronte diplomatico: nodo ostaggi e situazione umanitaria

Sembra essersi nuovamente arenata la trattativa per il rilascio degli ostaggi. L’alto esponente di Hamas in Libano Osama Hamdan ha affermato che “la nostra posizione sul dossier prigionieri è stata chiara fin dall'inizio. E si riferisce ad un completo scambio di prigionieri”. Pare dunque, che almeno per il momento si debbano escludere accordi per un rilascio parziale dei prigionieri in mano ad Hamas e ad altre formazioni terroristiche nella Striscia.

Nelle prime ore della mattina, l’esercito israeliano ha annunciato una pausa umanitaria di quattro ore, dalle 10.00 alle 14.00 locali, nell’agglomerato urbano di Rafah, al confine tra Gaza ed Egitto. È stata la prima volta che lo Stato ebraico ha deciso per una sospensione degli attacchi nella zona a sud del fiume Wadi Gaza.

Nel corso della giornata, 564 palestinesi con doppio passaporto hanno attraversato il valico tra l’exclave e la penisola del Sinai, da cui sono entrati nella Striscia 91 camion carichi di aiuti umanitari.

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