Politica estera

Fast Food chiusi e picco di criminalità: ecco la vera "Gotham City" d'America

La catena di fast food Taco Bell chiude diversi ristoranti ad Oakland lasciando operativa solo l'area drive thru. La città californiana è alle prese con una dirompente ondata di criminalità che spaventa cittadini e imprenditori

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È allarme sicurezza nella Bay area, la vasta regione metropolitana che circonda la baia di San Francisco in California. A causa dell’impennata dei crimini e della violenza per le strade, Taco Bell, la famosa catena di fast food, ha deciso di chiudere le sale di quattro dei suoi cinque ristoranti della città di Oakland lasciando operativa la modalità drive-thru accessibile solo in auto per il ritiro degli ordini. Un quinto esercizio commerciale è stato invece chiuso del tutto.

Il sito della testata SFGate ha riportato un comunicato della compagnia Taco Bell in cui si legge che “fornire un ambiente sicuro per i componenti dello staff e per i clienti è la priorità dei nostri ristoranti”. La società ha precisato che “sta costantemente valutando e lavorando” per garantire la sicurezza dei locali “implementando misure come la chiusura delle sale da pranzo, assumendo personale addetto alla sicurezza e adottando iniziative aggiuntive” in base a quanto previsto dalle leggi.

Il dipartimento di polizia di Oakland ha reso noto che ha incontrato i dirigenti della Taco Bell e sta collaborando con loro per organizzare dei pattugliamenti e stabilire come potenziare la sicurezza degli esercizi commerciali. Al momento, comunque, secondo i dati ufficiali la situazione resta fuori controllo. Nelle diverse parti della città in cui sono collocati i ristoranti della catena in questione nel 2023 è stata registrata un’impennata dei crimini violenti rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Inoltre, lo scorso anno e rispetto al 2022, in tutta l’area urbana le rapine sono aumentate del 38%, i furti di auto del 44% e i furti più in generale del 23%.

L’ondata di criminalità nella Bay area che ha causato la serrata di numerosi locali sta mettendo in difficoltà il governatore Gavin Newsom, considerato un astro nascente del partito democratico e spesso indicato come candidato alternativo all’anziano presidente Biden. Nel corso di un incontro con gli amministratori di Oakland svoltosi a gennaio il governatore ha espresso “il suo costante impegno volto a rafforzare la sicurezza pubblica e supportare” la popolazione locale e ha inviato sul posto decine di agenti per cercare di ristabilire l’ordine. Troppo poco e troppo tardi, sostengono però nel Golden State diverse voci critiche.

Gli esperti attribuiscono alla pandemia l’avanzare della criminalità ad Oakland evidenziando i cambiamenti nelle attività quotidiane della popolazione, i livelli di stress emotivo ed economico, le modifiche nelle pratiche della polizia, la rottura della fiducia nell’applicazione della legge e la sospensione o riduzione delle reti di sostegno per i più bisognosi. L’aumento dei costi delle case nella Bay Area e in tutta la California ha poi portato al moltiplicarsi di accampamenti di persone senza fissa dimora che hanno amplificato il disagio sociale.

Ad impressionare è il fatto che, mentre ad Oakland il crimine imperversa come a Gotham City e mette in fuga da downtown residenti e commercianti, nel resto degli Stati Uniti le cose vanno, almeno in parte, diversamente.

Infatti, nelle cinque più grandi metropoli americane – New York, Los Angeles, Chicago, Houston e Phoenix – gli omicidi sono calati del 10% circa e, come riporta la Cnn, nel complesso il generale calo dei reati nel 2023 sembra mettere la parola fine alle tensioni sociali scatenate dalla pandemia di Covid-19 e dall’omicidio di George Floyd ad opera di un poliziotto di Minneapolis.

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