Europa

Il Ppe "scarica" Draghi: "Ursula è l'unica scelta"

Il presidente Weber punta al bis di Von der Leyen a Bruxelles: "Per noi non ci sono altri candidati possibili"

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Super Mario? No, lui non si discute. C'è «stima enorme» per la persona, ci mancherebbe. E pure un grande «apprezzamento» per quanto ha fatto prima alla Bce, salvando la moneta unica, e adesso nel suo incarico per risollevare la competitività delle imprese. Ma insomma, dice Manfred Weber, leader dei popolari europei, Draghi può attendere perché «la nostra candidata al vertice della Ue è la von der Leyen». Almeno per ora, almeno fino al voto di giugno. «Siamo una squadra unita e abbiamo scelto Ursula al termine di un procedimento democratico. Una cosa deve essere chiara: se il Ppe sarà il primo partito, dovrà indicare il presidente della Commissione, per noi è l'unica possibile». E non basta. «Puntiamo anche alla rielezione di Roberta Metsola alla guida dell'Europarlamento. Decideranno i cittadini».

Eppure circola, eccome, il nome dell'ex premier italiano, riempie i contatti informali di queste settimane, è l'argomento, pare, delle telefonate di Emmanuel Macron alle altre cancellerie, nonostante le smentite dell'Eliseo e di Palazzo Chigi. Roma è prudente. Tra l'altro la von der Leyen gode di un ottimo rapporto personale con Giorgia Meloni, che si è stretto ancora di più nelle ultime settimane. E Giorgia è anche la presidente dei Conservatori europei e conta di dire la sua sulla partita.

Draghi intanto continua a volare basso, a definirsi «indisponibile». Il suo è un profilo teoricamente perfetto, inattaccabile, di grosso peso specifico, neutrale, che però sconta proprio il fatto di non appartenere a nessuna delle grandi famiglie politiche continentali. «Stiamo parlando di una persona di valore assoluto - ha spiegato giorni fa Antonio Tajani - tuttavia è opportuno ripassare i trattati, dove c'è scritto che il Consiglio Europeo, tenendo conto dei risultati delle elezioni, propone il candidato. Quindi il Ppe, se arriverà primo, indicherà un suo nome. Perché dovrebbe trattarsi di Draghi? Che può dare in cambio ai popolari?».

Concetto ripetuto adesso da Weber in un'intervista a Milano Finanza: Ursula è il candidato ufficiale, quindi il Ppe insisterà su di lei. «Non dobbiamo trattare». Certo, i popolari non saranno la maggioranza assoluta, un negoziato generale dovrà per forza mettersi in moto. «Sono consapevole di dover contribuire al funzionamento delle istituzioni europee e l'onere ricade in particolare sui tre grandi partiti, popolari, socialisti e liberali, che dovranno sedersi a un tavolo e trovare una quadra sulla composizione della Commissione». I giochi si possono riaprire. «Questo è il punto di partenza - dice Weber - e io non posso che offrire collaborazione».

L'eurodeputato tedesco apre dunque ai partiti pro Europa e favorevoli allo Stato di diritto, senza rinunciare a piantare delle bandierine politiche. L'obbiettivo per l'assemblea di Strasburgo, è quello di «spostare l'asse verso il centrodestra», bloccando la formazione di una maggioranza di sinistra. «Gli europei meritano risposte sulla difesa e il mercato comune. Dubito che noi potremmo centrare questi risultati assieme ai socialisti e ai verdi».

Però, hai visto mai, i numeri sono numeri e «nell'Europarlamento non ci sono coalizioni come a livello nazionale, le maggioranze sono flessibili e cambiano a seconda dei temi». Perciò «serve pragmatismo», bisogna «evitare impostazioni ideologiche», però «io voglio evitare la nascita di un blocco di sinistra».

Meglio concentrarsi sulle priorità: «Far riparte l'economia Ue, tagliare la burocrazia, proseguire sull'unione bancaria, stimolare l'agricoltura».

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