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Lo 007 temuto da Al Qaida è un agente federale cieco

Il suo nome è Sacha van Loo ed è uno 007; ma del superagente non ha proprio nulla. Per strada cammina con estrema circospezione tenendo in mano un bastone. Bianco. Sì, Sacha è cieco, eppure oggi la Polizia federale belga lo considera indispensabile. Grazie a un udito straordinario, sviluppato proprio compensando la privazione della vista. E nell’era delle intercettazioni telefoniche e ambientali saper distinguere una voce dall’altra o un rumore risulta spesso determinante per l’esito delle indagini.
Van Loo ha 36 anni ed è un uomo straordinariamente colto. Parla il serbocroato, l’arabo e il russo. L’altro giorno i suoi colleghi hanno trascorso ore nel tentativo di identificare la voce di un trafficante di droga. Erano persuasi che fosse marocchino; ma a Sacha sono bastati pochi minuti per capire che era un albanese, come poi confermato al momento dell’arresto. «È come se nella mia testa avessi un’enciclopedia degli accenti», ha dichiarato a un giornalista dell’Herald Tribune che ieri ha raccontato la sua storia.
Sacha riesce a capire dal rumore del motore se il sospetto sta guidando una Fiat, una Peugeot o una Mercedes. E ascoltando la voce di una persona registrata al di là del muro sa dire se si trova in un ristorante o nella sala d’aspetto dell’aeroporto. Per non parlare dei numeri telefonici: dai toni riesce a identificare immediatamente il numero.
«Quando non vedi, l’udito è la tua salvezza; impari ad affinarlo per capire dove ti trovi. Solo così puoi attraversare incolume una strada o salire su un treno senza inciampare», dice. «Molta gente non riesce a orientarsi in presenza di un forte rumore di sottofondo; non un cieco, che è abituato a distinguere e a catalogare i suoni. E spesso sono i dettagli che consentono di risolvere le indagini».
Sacha conduce una vita normale; sposato, ha due figli. «Merito dei miei genitori che alla nascita hanno accettato il mio stato e durante l’infanzia mi hanno incoraggiato a essere indipendente. Mio padre mi portava al cinema e da piccolo in auto mi teneva sul grembo dandomi indicazioni per girare il volante». Insomma è cresciuto senza complessi, sicuro di sè. E oggi nel tempo libero scia, e monta a cavallo.
È stato il direttore della Polizia federale belga, Paul van Thielen, a ingaggiare van Loo e altri cinque ciechi lo scorso giugno. Ha fatto modificare gli ascensori della sede, dotandoli di comandi a voce e ha stanziato diecimila euro per l’acquisto di computer con tastiera Braille.
All’inizio molti poliziotti erano perplessi; altri decisamente contrari: «Non possiamo trasformare la polizia in un ente caritatevole», dicevano. Oggi tutti trattano con rispetto quei nuovi colleghi che trascorrono le giornate con le cuffie in testa. Soprattutto Sacha, che, grazie alla conoscenza dell’arabo, si occupa spesso di antiterrorismo. È diventato uno dei «cacciatori di Al Qaida». Pare sia assai temuto.
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