In 10 anni l’Italia ha moltiplicato telefonini, immigrati e divorziati

2000-2010: fine degli anni Zero. L’euro ha raddoppiato le nostre spese e internet assorbito le nostre vite. Ma ci sono meno poveri e più giovani

In 10 anni l’Italia ha moltiplicato  
telefonini, immigrati e divorziati

Quando ancora stavamo senza euro e non eravamo in preda alla psicosi da Torri Gemelle. Quando ancora non dicevamo «niente sarà più come prima». Quando era un'altra Italia, soltanto dieci anni fa.
Quando stavamo al cellulare 52 miliardi di minuti, già convinti che comunque avremmo fatto di meglio, perché siamo consci del nostro talento e senza falsa modestia sappiamo d'essere i numeri uno, coi telefonini. É passato un decennio, e secondo le statistiche pubblicate da «Vanity Fair» abbiamo tenuto fede ai pronostici, quasi raddoppiando il tempo trascorso in linea, ora prossimo ai 100 miliardi di minuti, per la precisione 97. Non è facile dire qui, adesso, quanto tempo della nostra vita questo dato rappresenti. Ma è facile dire qui, adesso, che fra dieci anni stupiremo di nuovo, perché per troppi di noi non è più vita, senza.
Quando il caffè costava 1000 lire, convertito 0,51, e certo sapevamo che in sede di conversione qualcuno avrebbe ciurlato nel manico, ma nemmeno il più pessimista di noi immaginava il raddoppio secco nel giro di dieci anni. Adesso la tazzina costa un euro in tantissimi bar, in troppi bar, in sempre più bar. Il barista raddoppia, ma noi non possiamo lasciare, perché lui sa benissimo che se ci tolgono anche il caffè non rimane più niente a darci una scossa, anche illusoria, anche temporanea, anche effimera. Appuntamento al 2020 per il prossimo raddoppio, sempre che non si faccia prima, perché caro il mio dottore lei non ha idea di quanto aumenti il caffè sui mercati brasiliani, è come col petrolio…
Appunto, quando la benzina costava 1,08 al litro, esattamente 2.105 lire, e anche allora i gestori dicevano che era colpa delle accise, il ministro diceva che era colpa dei petrolieri speculatori, i petrolieri dicevano che era colpa del ministro, e comunque a noi sembrava di intravedere una stratosferica tempestività nell'alzare il prezzo quando si alzava il prezzo del petrolio, mentre ci colpiva la lentezza esaperante dell'aggiornamento quando il barile calava. Un decennio dopo è cambiato di tantissimo il prezzo, ma non è cambiato nulla nel teatrino che lo circonda. Lo tramanderemo alle future generazioni, questo dubbio su chi davvero ci stia marciando. In ogni caso, chiunque lui sia, che il diavolo se lo porti.
Quando gli «over 65» erano 10 milioni e mezzo, quando gli «under 14» erano 8 milioni 240mila, e tutti innalzavamo lamenti per il destino inesorabilmente crepuscolare del Paese, salvo scoprire dieci anni dopo che non siamo messi poi così male, perché gli anziani continuano a crescere, certo, fino ad oltre i 12 milioni, ma sono ripartiti anche i rincalzi, arrivati agli 8 milioni e mezzo, con il dettaglio per niente secondario dei rinforzi d'importazione, questo numero degli immigrati regolari praticamente triplicato (da 1 milione 300mila a 3 milioni 900mila). Forse, più dell'invecchiamento, sarebbe il caso di iniziare a preoccuparci di quello che facciamo per una vecchiaia decorosa, dignitosa, giusta. Ma su questo tema certamente altri decenni passeranno invano.
Quando i paperoni con più di 500mila euro annui erano 1 milione 938mila e si godevano gli ultimi sgoccioli dell'epopea finanziaria, di quell'economia facilona e fasulla che poi inesorabilmente sarebbe scoppiata come un botto di Capodanno, ben prima dell'assalto alle Torri Gemelle (troppo facile, un falso storico, dire che la bolla esplose per l'evento terroristico: all'11 settembre 2001, i mercati erano con la lingua di fuori già da un po'). Un decennio dopo, i signori dei 500mila sono 1 milione 400mila. Molti meno, anche se la sensazione è che abbiano sempre di più.
Quando gli utenti Internet erano 8 milioni, cioè 22 milioni meno dei 30 attuali, a dimostrazione che l'arnese della nuova tecnologia è di un'utilità straordinaria. Ma anche a conferma che il numero in sé non dice niente, perché qualunque arnese, dall'asciugacapelli alla bomba atomica, può essere usato per fare benissimo e pure per fare malissimo. Prima di tutto a se stessi.
Quando i matrimoni erano 284.410 e tutti pensavamo che come scelta di vita fossero in piena crisi. Dieci anni dopo sono 246.613 e le previsioni funeree sembrano azzeccate, anche perché nel frattempo divorzi e separazioni sono passati da 3milioni 500mila a 5milioni 200mila. Rispetto a dieci anni fa, qualcuno prova a dire che oggigiorno il matrimonio è scelta più responsabile e sentita, per la serie meglio pochi ma buoni. L'impressione però è che l'Occidente abbia fretta di liberarsi delle sue istituzioni sociali più classiche. Il futuro è single, Pacs, Dico, unioni di fatto e tutto quanto il resto. Sempre che non sia già un radioso futuro dietro le spalle...
Quando eravamo così, dieci anni fa. Nessuno può ovviamente dire se quello che eravamo, quello che siamo, quello che saremo è il semplice risultato di un intoccabile disegno del destino, sul quale noi soltanto ci illudiamo di poter intervenire. Oppure se è vero che noi il destino ce lo possiamo comunque scegliere, dal ricco campionario gratuitamente calato dall'alto.

É certo che qualcosa di nostro possiamo inventare: guardando il futuro, guardando il passato. Quando finisce un anno, quando chiudiamo un decennio, non è poi così importante ritrovarci diversi. Sarebbe consolante scoprirci migliori.

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