Quando arriva il momento di compilare il 730, c’è una voce che spesso viene trascurata ma che può trasformarsi in un interessante forma di risparmio sulle tasse: i contributi versati al fondo pensione.
Chi ha scelto di costruirsi una pensione integrativa, con un fondo aperto, chiuso o un piano individuale (Pip), ha infatti diritto a dedurre una parte dei versamenti dal reddito, riducendo così l’imponibile e, di conseguenza, l’Irpef da pagare. Ma quanto si può recuperare? Cerchiamo di capirlo insieme.
Quanto si può dedurre (e risparmiare)
La legge stabilisce un tetto preciso: ogni anno è possibile dedurre fino a 5.164,57 euro. Detto in parole semplici, quella somma viene sottratta al reddito su cui vengono calcolate le imposte. Il vantaggio fiscale cambia a seconda del reddito: più è alto, più si risparmia. Per dare un’idea concreta:
chi guadagna 28.000 euro l’anno, con un’aliquota Irpef del 25%, può risparmiare oltre 1.200 euro;
chi supera i 50.000 euro, con un’aliquota del 35%, può arrivare a 1.750 euro di sconto fiscale;
chi si colloca negli scaglioni più alti (43%) può risparmiare oltre 2.100 euro.
Dove si inserisce nel 730
Il punto in cui va indicata questa spesa è il rigo E27 del Quadro E del modello 730. È qui che vanno riportati i contributi versati a forme di previdenza complementare.
Questa operazione va fatta solo per i versamenti che non sono già stati dedotti direttamente in busta paga (come nel caso, ad esempio, di fondi pensione aziendali). Se si è fatto tutto in autonomia, magari con versamenti volontari, allora l’indicazione nel 730 diventa fondamentale per non perdere il beneficio.
Si tenga comunque presente che ogni caso può avere delle specificità, quindi per una compilazione corretta e personalizzata, o per l'esatto codice di riferimento, il consiglio è sempre di consultare un esperto fiscale o un Caf.
Vale anche per i familiari a carico
Un dettaglio da non trascurare: è possibile dedurre anche i contributi versati per i familiari fiscalmente a carico, come figli o coniuge. Il limite dei 5.164,57 euro resta però complessivo, quindi condiviso tra le diverse persone per cui si versano i contributi.
Se si supera la soglia
Se i versamenti effettuati superano la soglia massima deducibile, non tutto è "perduto". È sufficiente comunicare l’eccedenza al proprio fondo pensione entro il 31 dicembre. Quei soldi non verranno dedotti oggi, ma saranno esentati da tassazione al momento in cui si riceverà la pensione integrativa. Insomma, un vantaggio differito ma comunque garantito.
Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 2007
C’è poi una possibilità interessante per i lavoratori più giovani: chi ha iniziato dopo il 1° gennaio 2007, e nei primi cinque anni non ha sfruttato l’intero tetto di deducibilità, può “recuperare” la differenza negli anni successivi.
Dal sesto anno in poi, infatti, può dedurre fino a 7.
746,86 euro all’anno, per un massimo di vent’anni. Una chance in più per chi ha iniziato a versare poco, ma vuole aumentare il proprio investimento previdenziale man mano che cresce il reddito.