Crisi permettendo, la Milano del 2015 sarà molto più comoda e facile da girare di adesso. Se saranno realizzate tutte le opere legate all’Expo, la città avrà sei linee della metropolitana invece delle tre attuali. Raddoppieranno i chilometri di estensione della rete: agli attuali 79 se ne aggiungeranno altri 74 (più i 14,7 in costruzione). Raddoppierà anche il numero delle stazioni e quindi saranno coperte aree al momento escluse dalla rete metropolitana. Gli interventi previsti sono stati illustrati durante la Mobility Conference da Lanfranco Senn, economista della Bocconi e presidente della Metropolitana milanese. Gli effetti positivi sul traffico e sull’aria sarebbero eccellenti. Spiega Senn: «Gli studi della Bocconi prevedono una riduzione di 39 milioni di spostamenti auto annui, del 5,6% di emissioni di Co2, del 4% di emissioni di Pm10, di 667 incidenti automobilistici annui e di 21.853 tonnellate equivalenti di petrolio annue».
Difficile dire però se tutte le opere previste nel dossier Expo saranno effettivamente realizzate. Quel che è certo (almeno al momento) è l’ordine di priorità dei lavori. La M6 (Baggio-Ripamonti) è l’unica tratta inclusa nelle opere necessarie, ovvero quelle più strettamente legate alla realizzazione del sito Expo. Si passa poi alle opere connesse e cioè la M4 da Lorenteggio al Policlinico e dal Policlinico a Linate, la M5 da Bignami a Garibaldi e da Garibaldi a San Siro, il prolungamento della M1 fino a Monza Bettola.
I tempi di partenza della società Expo 2015 continuano però a slittare. La Lega esce allo scoperto per bocca di Matteo Salvini, capogruppo in consiglio comunale: «È tutto bloccato. Se per fare un passo avanti serve un passo indietro di qualcuno, anche se quel qualcuno è Paolo Glisenti, lo faccia. È un sacrificio che chiediamo per l’interesse generale».
Il governo, come annunciato, è pronto a stanziare quattro milioni utilizzando il maxiemendamento al decreto milleproroghe e i fondi saranno disponibili entro il primo marzo (si tratta dello strumento legislativo più rapido, sarà posta la fiducia ma è ovviamente necessario un passaggio al Senato e un altro alla Camera). Ma l’impressione generale è che la ricapitalizzazione non risolverà i problemi aperti, che riguardano anche la divisione dei poteri all’interno del consiglio d’amministrazione. Diana Bracco, presidente della società, parla di convocare un cda per poi convocare l’assemblea, ricapitalizzare e «ripartire all’interno del consiglio le attribuzioni».
Letizia Moratti non nasconde l’amarezza per la piega presa dalla vicenda, ma anche lei invita a «fare squadra e mettere da parte gli interessi particolari per tutelare gli interessi complessivi». Il sindaco è ottimista: «L’Expo è un evento anticiclico e ci aiuta con le infrastrutture.
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