Cultura e Spettacoli

Abbado: «Mozart è sempre attuale»

Piera Anna Franini

da Reggio Emilia

Un Claudio Abbado insolitamente ciarliero, ieri, al teatro Valli di Reggio Emilia, lì per presentare quello che si preannuncia il disco mozartiano dell'anno. Ovvero Il Flauto magico realizzato a Modena nel settembre 2005 dopo aver conosciuto l'ormai classico percorso-vita abbadiano, vale a dire le tappe di Reggio Emilia, Ferrara e Baden Baden. Un cd Deutsche Grammophon, che forse lo convertirà in dvd, con la Mahler Chamber Orchestra e - nel cast - Röschmann, Miklósa, Strehl, Pape e Müller-Brachmann. Teatri emiliani dove lo stesso Flauto ritornerà nel 2007 dopo la tappa estiva di Edimburgo e prima di un Fidelio di Beethoven che Abbado realizzerà nel 2008 sempre in coppia con il figlio, il regista Daniele.
«Il Flauto è la sintesi di Mozart. È lo specchio della vita, ecco perché è un Mozart attuale: è la metafora dell'oggi» spiega Abbado. Che ammette di staccare «tempi diversi rispetto al passato, ora più fluidi, legati al fraseggio». In momenti difficili per la discografia si ripongono tante speranze su questa emissione. Ma Abbado ha ancora fiducia nel disco? Lui risponde citando le 400mila copie vendute del cd Sempre libera con il soprano Anna Netrebko, e ancora «forse in passato si è inciso troppo e di tutto, oggi si sceglie». Altro argomento di rito in un incontro è l'assenza del Maestro da Milano. «Se non dirigo dappertutto è perché non posso lavorare come prima», è la spiegazione.
Il Flauto magico diventa nel frattempo il trampolino di lancio di un discorso politico-sociale con Abbado che legge una sorta di proclama (che da un paio di giorni circolava via e-mail) alla Beppe Grillo, del resto citato fra i migliori amici, assieme a Roberto Benigni.
S'è parlato del sistema musical-sociale di José Antonio Abreu, in Venezuela. S'è parlato delle fonti di energia alternativa, «di temi su cui non si può stare zitti».

Ma quando la cornice si fa più grande del quadro, Abbado si ferma, sorride, dà un'occhiata ai discografici, ironizza («Non stiamo parlando del Flauto») - e ritorna alla musica.

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