Il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, è uscito ieri allo scoperto e al di là di una strumentale polemica con il consigliere delegato di Snai, Maurizio Ughi ha rigettato le accuse sullinefficienza delle misure adottate contro il dilagare delle partite manipolate. Allo stesso tempo però ha fatto capire che lo sport, senza laiuto della giustizia ordinaria, può fare poco o nulla con i mezzi a disposizione. In particolare Abete ha ribadito i limiti strutturali della giustizia sportiva: «Non possiamo seguire i tempi di quella ordinaria che, ad esempio, è ancora al primo grado di giudizio su Calciopoli dopo 5 anni. Dobbiamo intervenire con urgenza. Ma abbiamo strumenti e ruoli diversi. Non possiamo fare uso delle intercettazioni, non possiamo procedere con le perquisizioni, non possiamo controllare i conti bancari per capire se un assegno è stato o non è stato staccato. Per questi motivi dobbiamo ringraziare le Forze dellOrdine e la magistratura». E ancora: «Quello delle scommesse è un problema mondiale che accompagnerà lo sport negli anni venire. La Fifa ha investito 20 milioni di euro per aiutare lInterpool, il Cio se ne è occupato e tornerà ad occuparsene il 15 giugno, lo stesso farà lUefa chiedendo il sostegno delle forze dellordine e della magistratura. In Italia bisogna rafforzare la logica della responsabilità e far venir meno lomertà che è presente nel calcio come nella società civile. In altre parole noi diciamo a tutte le autorità, aiutateci, per salvaguardare la pulizia e letica del calcio e dello sport».
È arrivato poi il momento della querelle con Ughi, che aveva chiesto alla Federcalcio di agire con maggiore efficacia: «Non è il mondo del calcio che deve dare conto a quello delle scommesse, la Federazione non accetta pistolotti da nessuno. Daltra parte il sistema delle scommesse non porta alcun beneficio al calcio che è solo un soggetto a rischio. Se si può scommettere anche sul numero dei gol fino allultimo minuto, addirittura fino allultimo secondo, non cè possibilità di premunirsi nei confronti di comportamenti non corretti».
Sulle partite anomale, il presidente afferma: «In oltre il 50% dei casi segnalati, l'esito sportivo non ha risposto alle giocate sospette. Ma la procura federale ha vigilato a dovere». Secondo una fonte interna alla Figc riportata dallAnsa, le partite indicate come anomale dal 13 gennaio, cioè dal giorno dellincontro con Aams, sarebbero 14 e non 37. Di queste ben 8 non si sarebbero concluse secondo il risultato più giocato. Ma la valutazione cozza contro la lista dei 14 incontri segnalati da Snai come sospetti, di cui solo 2 finiti in modo diverso rispetto al flusso delle giocate. Vedi tabella.
E allora? Ughi commenta: «Al di là di queste differenti valutazioni, Abete sbaglia a prendersela con me. Lui si giustifica, io cerco di dargli una soluzione che forse non è il toccasana, ma è sicuramente un elemento per arrivare al toccasana. Dallincontro di gennaio non è successo niente. Invece dobbiamo lavorare insieme per dare corpo a unazione preventiva.
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