Accelera la produzione in aprile: +1,9%

All’incremento ha contribuito il balzo dei beni di consumo. In calo il risultato su base annua

da Roma

Scatto della produzione industriale in aprile. A dispetto delle attese degli analisti, l’Istat ha registrato, rispetto a marzo, una crescita dell’1,9%, la più alta degli ultimi otto anni. Un dato accolto dal governo come un segnale «importante per una possibile inversione di tendenza», ma che lascia sindacati ed esperti scettici. Se la Cgil raffredda ogni entusiasmo, ritenendo che l’allarme sulla situazione italiana rimane alto, per Cisl e Uil quello di ieri è un segnale positivo, ma non bisogna sottovalutare il quadro generale. Cauta l’Isae che, pur sottolineando il buon risultato raggiunto, avverte che il comparto industriale è segnato ancora da una «certa debolezza». Per i prossimi mesi, l’Istituto di studi e analisi economica prevede una tendenza congiunturale ancora discendente in maggio e giugno (meno 0,4% in ciascuno dei due mesi) e in luglio (meno 0,3 per cento).
Dopo l’andamento negativo di marzo, quando si è registrato un calo su base mensile dello 0,1%, la produzione ad aprile secondo i dati diffusi dall’Istat ha dunque rialzato la testa: si è registrato l’aumento mensile più consistente da aprile ’97, quando la crescita della produzione si è attestata sul più 2,6 per cento. Su base annua, cioè nel confronto con lo stesso mese del 2004, si è invece avuta una diminuzione dell’1,9% (dopo tre cali consecutivi messi a segno nei mesi scorsi). Il balzo in avanti su base mensile, che riguarda un po’ tutti i settori, secondo l’Istat potrebbe spiegarsi con la caduta della festività di Pasqua a marzo, anziché ad aprile, come avvenuto l’anno scorso.
Per il governo il dato è da interpretare come l’inizio di un cambiamento di rotta. Secondo il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, si tratta di «un segnale importante che la tendenza si può invertire». Sulla stessa scia il sottosegretario del Welfare, Maurizio Sacconi, per il quale è indice di «un’evidente inversione di tendenza, che sarebbe colpevole sottovalutare».
Il dato, come detto, ha destato molta sorpresa tra esperti e analisti.

Per Valentina Ferraris, di Ref, e Gianluigi Mandruzzato, di Intesa, non si tratta di un risultato legato a una crescita strutturale vera e propria, bensì di un dato che si spiega probabilmente con la diversa caduta della festività di Pasqua rispetto all’anno scorso.
All’incremento del mese di aprile ha contribuito la marcata crescita dei beni di consumo (più 6,4 %), soprattutto dei prodotti alimentari e bevande, del tessile e dell’abbigliamento nonché di cuoio e calzature.

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