Controcultura

«Achtung Baby»! La musica diventa immagine

Quando la musica diventa immagine è come se le due arti più belle entrassero in competizione tra loro al fine di regalare un'emozione ancor più completa, assoluta a tratti. Non è tanto il concerto filmato, quanto tutti quei segreti che stanno dietro una composizione, il backstage, i retroscena, i dubbi che diventano certezze, i sogni che si trasformano in realtà.

Anche se per un pubblico notturno, che ama talmente il rock da non temere orari impervi, Canale 5 sta dedicando la serie On Stage ai protagonisti del suono contemporaneo. Dopo il pop di Beyoncé, Jennifer Lopez e Robbie Williams toccherà a Paul McCartney e Adele.

Nel frattempo, giovedì 14 luglio intorno a mezzanotte è andato in onda un autentico capolavoro: U2. From the Sky Down (the making of Achtung Baby), diretto dal premio Oscar Davis Guggenheim, vinto con il documentario Una scomoda verità. Non il classico biopic, ma la storia di una delle più celebri rockband di tutti i tempi alle prese con una grave crisi creativa dopo il raggiungimento del successo, perché ripetersi è sempre difficile e dover cambiare quando meno te lo aspetti può risultare anche un ostacolo insormontabile.

Canzoni complete ce ne sono poche, spezzoni live giusto a tratti. Tutto il docufilm è basato sulle parole dei quattro «dubliners», dai loro esordi come gruppo postpunk negli anni '80 al raggiungimento della sfera mainstream che ha rischiato di annacquarne lo stile, passando per il periodo americano quello di The Joshua Tree e di Ruttle and Hum - molto criticato dagli esperti.

Per Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen andare incontro alla musica ha sempre significato cercare luoghi carichi di tensione. Ecco perché dopo il passaggio negli Usa, e dopo aver rischiato lo scioglimento per mancanza di stimoli, agli U2 non resta che andare a Berlino, proprio mentre stava cadendo il muro, in quella stessa città che aveva visto la rinascita di David Bowie ai tempi di Heroes e che Brian Eno, loro produttore storico insieme a Daniel Lanois, conosce molto bene.

Tra le famigerate Trabant, il kraut rock industriale e quell'atmosfera di straordinaria libertà che contagiò tutta l'Europa dopo il novembre 1989, Bono&Co. si rendono conto di aver bisogno di sonorità più articolate, sposando nuovi ritmi verso la dance. Dai tanti provini, dalle session in studio ampiamente documentate, nascono pezzi che faranno la storia degli anni '90: One, The Fly, Mysterious Ways, nonché un tour spettacolare, pieno di effetti speciali sapientemente orchestrato dal fotografo-artista Anton Corbjin. Ed è proprio con Achtung Baby, forse il disco più importante, che Bono compie la definitiva trasformazione in rockstar: taglia i capelli, prende gli occhiali da Lou Reed, i pantaloni di pelle da Jim Morrison e il giubbotto da Iggy Pop, si muove sul palco con consumata abilità performantica e sale al vertice della popolarità.

Ma From the Sky Down è soprattutto il racconto di incidenti e traversie, che non risparmiano nessuno, neppure chi, come gli U2 è destinato a incidere una pietra miliare nella storia del rock.

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