Action riesce a bloccare il consiglio comunale

Michela Giachetta

E Action alla fine riuscì a bloccare anche il consiglio comunale. Ieri, proprio nella Giornata della Memoria, nell’aula Giulio Cesare era prevista una normale seduta. Ma è stata cancellata per mancanza del numero legale. «Questa la motivazione ufficiale - dichiara Carlo Fayer, capogruppo della Lista civica Veltroni -. Quella politica è che dopo quanto accaduto giovedì non eravamo pronti a dibattere in aula». Il riferimento di Fayer è all’azione dei no global guidati da Nunzio D’Erme, leader di Action che, facendo irruzione nell’aula del consiglio del X municipio a Cinecittà, sono riusciti a impedire un incontro con il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno, candidato sindaco a Roma.
Il regolamento del consiglio comunale prevede che «quando sia accertato che manca il numero legale, il presidente del consiglio sospende la seduta per venti minuti per riconvocare un altro appello. La seduta è comunque tolta alla quarta mancanza consecutiva del numero legale». Queste le regole. Che ieri, però, sono state disattese. Il presidente, infatti, ha fatto l’appello solo due volte. Verificato che, la seconda volta, erano 29 i consiglieri presenti ha deciso di cancellare la seduta. Perché la riunione del consiglio sia valida occorrono 30 presenze. In questi casi, con 29 presenze nella seconda seduta, di solito si procede al terzo appello. Ma ieri le cose sono andate in maniera diversa. «A quanto mi risulta questa è la prima volta nella storia del consiglio che una seduta viene cancellata al secondo appello - dichiara Sergio Marchi, capogruppo di An - è un chiaro segno di mancanza di coesione all’interno della maggioranza». Una mancanza di coesione che si fa sentire da più parti. È di questi giorni, infatti, la polemica fra Margherita e Ds. La direzione cittadina dei Dl ha approvato all’unanimità la proposta del coordinatore Giachetti di «avviare la costituente del Partito democratico a Roma affidandone al sindaco Veltroni la guida». Ma la Quercia a tale proposta si è mostrata contraria. «È davvero semplicistico pensare che la discussione nazionale sul Partito democratico possa essere risolta con fughe in avanti nei singoli Comuni», ha dichiarato il segretario romano dei Ds, Esterino Montino. La mancanza di unità all’interno della maggioranza ieri ha sortito i suoi effetti anche in consiglio comunale. A tal punto che pare che molti consiglieri, pur presenti, siano stati segnati come assenti. Causando la loro rabbia e la perdita del gettone di presenza. «Per l’ennesima volta - denuncia l’europarlamentare Antonio Tajani - la sinistra che sostiene Veltroni non è in grado di garantire il numero legale in consiglio comunale. È molto più abile nell’occupare, con le sue frange più estreme, le aule dei consigli municipali per impedire agli altri di parlare». «Questa situazione - puntualizza il capogruppo azzurro capitolino, Pasquale De Luca - è segno dello sgretolamento e della conflittualità all’interno della maggioranza in Campidoglio». La cosa è ancora più grave se si pensa che ieri era la Giornata della Memoria. «Dispiace - dichiara il coordinatore regionale di Forza Italia, Beatrice Lorenzin - che proprio la sinistra che alza spesso e volentieri il vessillo dell’unità istituzionale bipartisan sui temi etici, manchi all’appello in una giornata così importante. L’Olocausto è una tragedia che non può essere dimenticata, neanche dai consiglieri comunali». Così come non può essere dimenticato, come ha detto lo stesso sindaco, che «in un governo democratico nessuno può impedire a qualcun altro di parlare. È l’abc della democrazia».

Per ricordarlo a tutti, i consiglieri dell’opposizione hanno preparato un ordine del giorno, con cui chiedono la condanna senza riserve dell’azione messa in piedi da Action. Se ne parlerà lunedì. Sempre che per allora la maggioranza sia pronta a dibattere in aula di quanto avvenuto.

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