Se si va a elezioni anticipate, «non credo che Milano potrà essere un laboratorio di alleanze allargate». Quellintesa tra Pdl, Lega, Udc e Fli a prescindere dal quadro nazionale, caldeggiata nei giorni scorsi dal sindaco Letizia Moratti per la sfida del 2011. Ma lassessore alla Salute del Comune e finiano della prima ora, Giampaolo Landi di Chiavenna, ammette che se saltano i rapporti tra Berlusconi e Fini e si arriva alle urne, «verosimilmente anche per le comunali a Milano dovrebbe nascere lopzione di Fli che almeno al primo turno corre da sola con un proprio candidato e con un programma forte». Almeno al primo turno. In caso di ballottaggio, «lapparentamento con il centrodestra, perché deve essere chiaro che certamente non guardiamo a sinistra». A Roma ministri e sottosegretari hanno già rimesso le deleghe in mano a Fini. Per ora Landi attende e resta attaccato alla poltrona: ammette che «se si aprisse uno scenario di dimissioni a catena a Roma per coerenza farei lo stesso», ma «se la Moratti ritenesse utile la mia presenza» e «se per salvaguardare linteresse generale invece di creare scossoni o disagi al settore della salute fosse opportuno che io restassi, continuerei a fare lassessore con coerenza».
In Comune le due anime del Pdl si scontrano.
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