Addio Mike Francis, fece ballare il mondo con "Survivor"

L’artista, che in realtà si chiamava Francesco Puccioni, aveva 47 anni. Spopolò anche con "Friends" cantata da Amii Stewart

Addio Mike Francis, fece ballare il mondo con "Survivor"

Il mondo della canzone è strano; a volte bastano due successi, due brani leggeri e ballabili per entrare nella storia. Magari nessuna ricorda chi li ha scritti, ma li canticchia, li balla e ne ricorda la melodia. Mike Francis è uno di questi artisti, che magari ti aspetti di trovare in tv a Meteore, anche se lui ha continuato a cantare. Fino a ieri, quando un tumore a un polmone lo ha fermato brutalmente, a 47 anni, lui che col nome d’arte inglese (è nato a Firenze e si chiama Francesco Puccioni), nel 1983 è stato alfiere della dance anni Ottanta con Survivor (che spopolò nelle classifiche italiane, tratto dal suo primo album, Let’s not talk about it), e l’anno dopo ha regalato ad Amii Stewart Friends, che dominò alla grande anche l’hit parade inglese e poi quelle di mezzo mondo, diventando uno dei 15 singoli più venduti dell’anno (uscirà poi una versione remix di 8 minuti fatta apposta per le discoteche). In coppia con la Stewart porterà al successo anche la raffinata Together. Per uno scherzo del destino, pochi giorni fa è uscito il doppio album The very best of Mike Francis, (fotografia del suo repertorio italiano ed inglese, da cui è stato tratta una versione inedita di Song from the love dance), che oggi è diventato il suo testamento artistico.
Ma Francis non si è dato solo alla dance o alla pop dance; ha collaborato con Mogol nell’album melodico Mike Francis in italiano e con Pasquale Panella in Francesco innamorato, che nel 1994 fece capolino nella classifica di «Musica & dischi». Dalla fine degli anni Novanta, più popolare all’estero che in Italia, Mike ha inciso numerosi album alla guida dei Mystic Diversions, per poi proporre l’anno scorso, da solista, Inspired, un album in cui legava classici dance e nuove composizioni.
Tra le sue collaborazioni quella con Rossana Casale nel pezzo romantico Let me in, sempre del 1984.

«Mike era un musicista vero, perciò non ha mai rincorso le case discografiche per ottenere il successo. Ha preferito cantare all’estero, dove i suoi successi sono ancora amati e apprezzati. Credeva ancora in certi valori, per questo dovrebbe essere di esempio» ha detto Rossana.

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