Addio Puskas, il Colonnello del gol

Gian Piero Scevola

«Ho perduto un amico e un autentico fuoriclasse, come calciatore e come persona». Così Alfredo Di Stefano, presidente onorario del Real Madrid, commenta la scomparsa dell’ex compagno Ferenc Puskas, col quale condivise la camiseta blanca del Real negli anni ’50 e ’60. «Un mio amico soleva ripetere che quando una persona cade si dimentica, ma una persona come Puskas è indimenticabile. È stato uno dei migliori calciatori di tutti i tempi, ma la vita ha una fine e quando meno te l’aspetti arriva alla meta. Avevamo solo quattro mesi di differenza e vederlo andare via fa male». Puskas, nato il 2 aprile 1927 a Budapest, è morto ieri alle 7 all’ospedale Kutvolgyi della capitale ungherese dove da sei anni era ricoverato affetto dal morbo di Alzheimer.
«È stato stroncato da un collasso cardiocircolatorio, provocato da una polmonite», ha riferito il suo biografo Gyorgy Szollosi. Il «maggiore a cavallo», così era soprannominato in patria, ha lasciato un grande vuoto nel cuore di chi ama il football. «Il Real vuole espressamente ringraziare chi ha fatto tanto per il club, riaffermando la sua ammirazione per un talento calcistico innegabile e rispetto per una bella persona», il comunicato della società spagnola. «Ho di lui ricordi straordinari, è stato uno dei più grandi del calcio, con un sinistro formidabile», afferma Fabio Capello. «Non era un colonnello, ma un generale: in campo comandava, trascinava con l’esempio, aveva un carisma assoluto», il commento di un commosso Giampiero Boniperti.
Il Parlamento ungherese ha osservato un minuto di silenzio per rendere omaggio al campione scomparso. «Puskas ci ha lasciato, se n’è andato l’ungherese più famoso del XX secolo - ha detto il primo ministro ungherese Ferenc Gyurcsany -. Com’è fortunata una nazione che può sentirsi rappresentata da lui. Ma la sua leggenda non ci ha abbandonato e rimarrà per sempre con noi». La notizia ha commosso l'intera Ungheria. Le emittenti televisive hanno modificato la programmazione trasmettendo documentari con le imprese di Puskas negli anni Cinquanta (e oggi anche in Italia History Channel gli dedicherà un documentario alle 20).

Sulla prima pagina del sito ufficiale della Federcalcio ungherese campeggia una foto gigante dello scomparso campione, mentre la Federcalcio tedesca lo celebra come «il più grande piede sinistro del calcio, geniale capitano della grande Ungheria». Luis Suarez, che nel 1969 vinse il Pallone d’oro davanti a Puskas, ha ricordato l’attaccante «molto completo», con cui giocò nella nazionale spagnola e una persona «molto gioviale e sempre allegra».

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