Leonardo Ceschin, 52 anni, gestisce dal 1987 a Pordenone la gelateria Esquimeu, ha vinto il «Gelato d’oro» e guiderà la nazionale italiana alla Coppa del mondo. Sul tema nessuno può rispondere meglio di lui.
La qualità si riconosce alla vista?
«È difficile, ma un buon gelato non dovrebbe essere troppo duro e freddo né troppo morbido e lucido».
E all’assaggio?
«Il sapore si deve sentire subito e poi persistere. E dopo qualche minuto si capirà se il gelato verrà ben digerito».
Cono o coppetta?
«Bella domanda. Sono due mondi e... alla fine è un fatto personale. La nostra cialda la facciamo con farine biologiche. Ma per altri il cono troppo buono ammazza il gelato».
I gusti che si sposano meglio?
«Vaniglia e crema si abbinano con tutta la frutta. Ottime anche le coppie estreme come limone e cioccolato. Comunque, il gusto più delicato dev’essere consumato prima».
Mai insieme?
«Il limone, acido, e il melone, che è dolce».
Una buona parola per avvicinare i tradizionalisti ai gelati gastronomici tipo olive taggiasche e ricci di mare?
«Eh, ci vuole tempo. Anni fa il pistacchio non andava proprio. Adesso facciamo assaggiare gli infusi di erbe di montagna. Per noi operatori è dura ma senza innovazione il lavoro è triste». ViPri
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