Riccardo Signori
da Milano
Hanno chiesto scusa in due. Prima Veron, poi Adriano. Uno per necessità, laltro per indifferenza (al combinar guai e chiedere scusa). Adriano poi ha aggiunto la promessa di automultarsi. «Ho sbagliato e mi automulto», ha detto. Figuriamoci, con il bottino che Moratti gli ha promesso da qui al 2010. E, invece, Veron ha ripuntato il dito contro il brasiliano: che i due non si piacciano è chiaro, ma largentino stavolta lo vuol tenere con le spalle al muro. «Il mio pensiero non è cambiato. Tutta la squadra ha malumore nei confronti di Adriano». Atmosfera da sfida allOk Corral.
Ieri lInter si è risvegliata con il solito mal di testa: botta e risposta dialettici, gran rappezzar di toppe, lAdrianeide in prima pagina e chisseloricorda il 5-0. Ed allora, fin dal primo mattino, tutti a rimettere le cose a posto. Facchetti e Branca hanno fatto due chiacchiere con Veron che ha cercato di rasserenare la faccia scura e togliere dimbarazzo la dirigenza. Ed anche Moratti. «Non volevo criticare loperato della società», ha fatto scrivere sul sito nerazzurro. «Sono molto dispiaciuto che si sia discusso più delle mie parole che di una bella e importante vittoria. Sono daccordo con il presidente Facchetti che dobbiamo mettere linteresse dellInter davanti a tutto». Parole che, in serata, rispedirà dritte dritte in faccia ad Adriano.
Discorso che capitan Zanetti ha ripetuto al brasiliano, ieri negli spogliatoi di San Siro. LInter due, Adriano compreso, ha giocato mezzora contro il Venezuela (poi i ragazzi primavera hanno perso 1-0), ma il capitano si è dedicato anche allo sciacquone allirrefrenabile (tranne sul campo) brasiliano. E lui, Adriano, non ci ha messo nulla a calarsi nella parte del pentito. Ormai non si contano più le volte. Un bel «scusatemi!» e tutto passa. Anche ieri: spedito da Zanetti e dalla società davanti a telecamere e taccuini ha cercato di presentare la faccia migliore e di circostanza. Anche se qualcosa rimarrà. Per esempio, il difficile rapporto con Veron, che già non era facile. Il gruppo argentino e il brasiliano non si guardano proprio di buon occhio, sono leggi della storia calcistica loro. E in certi casi il rapporto peggiora. Adriano lha fatto capire. «Sono dispiaciuto, chiederò scusa alla squadra», ha raccontato. «Se siamo squadra, dobbiamo decidere come squadra. Dovremo discutere fra noi. Ma sistemeremo le cose». Però alla domanda più ovvia: parlerai anche con Veron? La risposta sè fatta meno zuccherosa. «Parlare con Veron? No, semmai se lui vuol parlare con me... Io parlo solo con il capitano e il vice. Poi con Mancini. Veron ha ragione quando dice che ho mancato di rispetto al gruppo. Io voglio parlare con tutta la squadra. Ho chiesto a Moratti il permesso di tornare in ritardo e non credo di aver esagerato nel comportamento. Però ho sbagliato perchè dovevo chiedere a Mancini, al direttore tecnico e a Facchetti. Ora voglio aiutare la squadra a fare bene».
Come dire: se sono rose, fioriranno. Certo con le spine. Veron glielo ha fatto intendere, risfoderando il muso duro. Figuratevi oggi quando i due faranno il viaggio verso Oporto. In quota ci potrebbero essere turbolenze. Intanto Veron ha messo in giro nuvole.
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