Stile

In aereo, caserma o passerella Quel sottile fascino della divisa

Addio principesse e coroncine. Ora anche a lei piacciono berretti e mostrine. Che sia hostess, soldatessa o modella

Stefania Nascimbeni

C'era una volta... un'aspirante principessa, che nel 2016 preferisce appendere la «coroncina» al chiodo piuttosto che tenere fra le mani uno scettro tempestato di diamanti, che magari ruba spazio a qualcosa di più utile, come una simpatica pochette multi scomparto a stampa camouflage.

Ma che fine hanno fatto nell'immaginario rosa collettivo le fasce da Miss, gli abiti con il lungo strascico e le scarpette di cristallo?

Superati!

Il sogno delle ragazze moderne si è da tempo tramutato in auto da corsa, piuttosto che in zucca, come ci dimostra la bellissima Susie Wolff (pilota/essa della Williams), che non ha mai perso il suo fascino neppure in tuta da Formula Uno. Anzi, probabilmente ne guadagna, perché chi ha detto che una donna non possa essere sexy ed elegante anche in divisa? Basta non trascurare il proprio lato femminile, valorizzandolo con qualche dettaglio di stile, in primis il beauty acqua e sapone, con il classico trucco vedo-non vedo (che però c'è!). Si sa, comunque, la divisa fa sempre un certo effetto, anche declinata al femminile. E non c'è nulla di più credibile, ultimamente, visto che alle fasce da Miss le fanciulle di tutto il mondo preferiscono indossare quelle da Sindaco, o Presidente, così da poter dire finalmente con cognizione di causa di volerla per davvero la pace nel mondo, e non solo al momento dell'incoronazione sul palco di Lady Universo.

Allora perché non investire una principessa vera di una carica militare a tutti gli effetti, così da farle onorare il suo Paese, più che esserne onorata, magari presentandola a una parata ufficiale in alta uniforme? Lo ha fatto la bellissima Mary di Danimarca, suscitando l'ammirazione del suo popolo e conquistando il cuore di tutte le donne emancipate del pianeta. In Italia le soldatesse sono quasi una chimera, non perché non ci siano, piuttosto perché se ne sente parlare poco, mentre dall'altro lato dell'Oceano, proprio da quest'anno il segretario della Difesa Americana Ash Carter ha annunciato che anche le donne potranno partecipare alle missioni di combattimento e prendere parte ai corpi speciali Delta Force e Navy Seals.

I requisiti richiesti per arruolarsi sono: maggiore età, ma non più di 25 anni, diploma di scuola secondaria, più i consueti requisiti richiesti in caso di domanda ai concorsi militari. Come ottima salute, abilità sportive, in particolare il nuoto. Se ci aggiungessimo un'altezza minima richiesta e la bella presenza, i requisiti per entrare nell'esercito somiglierebbero più a quelli per diventare hostess, un altro mito nell'immaginario collettivo, legato al potere della divisa; ma con un fascino più morbido, raffinato e conturbante. Spesso d'ispirazione per gli stilisti. E viceversa. Erano gli anni '60 quando le bellissime hostess americane ricordavano con i loro abiti le mise bon ton di donne splendide, icone di moda, come Jaqueline Kennedy, Grace Kelly o la Hepburn: «L'abito rafforza il potere comunicativo di un ruolo, così figure di prestigio diventano simboli di eleganza», sostiene la stilista Chiara Boni, che disegna abiti per First Lady e influencer di tutto il mondo. Recentemente si sono accese numerose polemiche intorno al restyling delle divise Alitalia, disegnate da Ettore Bilotta, che qualcuno ha accusato di volerle far somigliare troppo a quelle dalla Etihad, «partner» mediorientale della nostra compagnia di bandiera. In effetti, il collant rosso non si vedeva dalla prima metà degli anni Ottanta, un gusto non propriamente Made in Italy...

Una cosa è certa: i tempi in cui le hostess erano categoricamente belle, alte e bionde, in completo blu accattivante da far impazzire uno come Di Caprio (ndr nel film «Prova a prendermi»), sono ormai lontani.

Non perché la Pan Am sia fallita nel '91, ma perché non esisterà mai più un mito simile, escludendo forse alcuni rari casi di bellezza e fascino riconosciuti ad alta quota, come per le hostess delle compagnie orientali, bellissime nei completi tipici locali. Colpa delle compagnie low cost, che hanno declassificato le assistenti di volo, dando più importanza alle loro attitudini commerciali che all'estetica?

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