Famiglia Cristiana si interroga su quale sia la posizione del Popolo della libertà sui temi eticamente sensibili. La risposta non è in una lettera, è nei fatti.
La legislatura del 2001 è stata la più favorevole alle posizioni dei cattolici di tutte le legislature italiane, anche e soprattutto, di quelle in cui la Democrazia cristiana aveva la maggioranza relativa e la direzione del governo. Il Popolo della libertà non ha fatto dei temi della famiglia e della vita un riferimento del programma perché era evidente che essi vi sono impliciti. Berlusconi, nel discorso di Piazza San Babila, a Milano, ha detto chiaramente che il centrodestra riconosce soltanto il matrimonio di uomo e di donna.
Nel 2001 la Casa delle libertà era composta da cattolici e da laici che riconoscevano il valore storico della tradizione cattolica e il suo ruolo nella tenuta morale e sociale del Paese. Non era una scelta nuova, fu la scelta di De Gasperi, quando fece passare la Dc dal «partito fra cattolici» di Sturzo a partito nazionale. Forza Italia si è rifatta fin dalla fondazione a don Sturzo e Alcide De Gasperi, e ha mantenuto il principio che la collaborazione di cattolici e di laici per il bene comune fosse la base della politica democratica occidentale in Italia. Così fu possibile al governo Berlusconi far votare una legge sulla procreazione assistita che la Conferenza episcopale giudicò la più vicina, anche se non identica, alle posizioni cattoliche. E i laici della Casa delle libertà votarono per questa legge. Se la sinistra dà oggi spazio ai cattolici, è perché la Casa delle libertà ha condotto il popolo dei moderati a essere alternativo alla sinistra, e ha così riassorbito la frattura nel Nord, che tanto preoccupava la Chiesa, e reso possibile la costruzione di Alleanza nazionale, creando così un polo alternativo alla sinistra in modo permanente. Non ci sarebbero a sinistra i teodem se la maggioranza dei moderati italiani non avesse scelto per il centrodestra contro il centrosinistra.
Ma, mentre nel Partito democratico il problema dei cattolici e dei laici è ancora aperto e sembra che la posizione dei cattolici si svantaggi di giorno in giorno, nel Popolo della libertà il problema è chiuso. È chiuso da quattro legislature. Il fatto è questo; e anche i padri paolini devono avere imparato da Marx, da loro tanto frequentato, che i fatti hanno la testa dura.
Famiglia Cristiana non chiede i fatti, chiede il bollino ed è visibile che lo fa a favore di Casini e di Pezzotta che, da parte loro, non hanno altra forza che il bollino. Pezzotta è là perché è stato loratore del Family Day. Casini e Pezzotta sfruttano la Chiesa dichiarandosi i soli veri cattolici: sembra un perfetto caso di fariseismo. Se Famiglia Cristiana vuole portare il voto cattolico a Casini e Pezzotta perché si dicono cattolici con il bollino, va contro tutta la tradizione politica dei cattolici italiani. Nel momento in cui la salvezza del Paese richiede la collaborazione di grandi forze politiche, il far dei cattolici una minoranza scismatica per porre Casini e Pezzotta come arbitri della maggioranza è una grave colpa verso la democrazia italiana.
Ma vi è di peggio nellarticolo di Famiglia Cristiana, cè una sorta di discriminazione antropologica nei confronti del Popolo della libertà. Si dice che in esso il «primato del fare è riuscito a prevalere su quello del pensare», il che praticamente è quasi un insulto. Pensano i padri paolini di avere il controllo di ciò che è pensiero e di ciò che non lo è? Mi pare troppo anche per un settimanale di successo.
E veniamo alla libertà di coscienza: è questo principio che ha permesso ai non cattolici di rispettare la propria coscienza accettando un voto conforme a ciò che sentiva essere un bene comune. Pensare alla libertà di coscienza come anarchia ci riporta ai più bei giorni dellintegrismo. Calderoli e i radicali liberali che partecipano, non «albergano», nella Casa delle libertà hanno accettato la linea del rispetto delle posizioni cattoliche.
Gianni Baget Bozzo
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