Sembra anacronistico oggi parlare di figli dei fiori, eppure i loro sogni rivoluzionari hanno cambiato la nostra estetica e soprattutto le nostre strade musicali. I gruppi simbolo di quella generazione sono i Grateful Dead e i Jefferson Airplane, entrambi ancora vivi e molto presenti nella cultura rock americana.
I Jefferson poi, che lanno scorso hanno festeggiato i quarantanni di attività con il tour The Jefferson Family Galactic Reunion, dal 1974 si fanno chiamare Jefferson Starship e domani e sabato sera approdano al Blue Note di via Borsieri.
Strano destino per una band abituata ad esibirsi davanti alloceanico pubblico di Woodstock e di Altamont... Eppure nel loro caleidoscopio sonoro cè tutto e il contrario di tutto.
Nati nellhumus folk blues su iniziativa dellex grafico Marty Balin, i Jefferson originali (Paul Kantner, il chitarrista e il bassista Jorma Kaukonen e Jack Casady che se ne andranno per lavventura acustica degli Hot Tuna), il chitarrista canadese Skip Spence sacrificato alla batteria, la cantante Signe Anderson poi sostituita dalla carismatica Grace Slick, ancora oggi icona della controcultura)rompono gli argini con una fusione di blues, jazz, folk, psichedelia, improvvisazione ispirata dalle sostanze allucinogene.
Il primo capolavoro - dopo il debutto Take Off - è lorgia sonora Surrealistic Pillow che fonde caos e ordine, rabbia ed amore in mille sfaccettature con continui cambi di ritmo e tempo. Seguirà poi After Bathing at Baxters, testamento psichedelico del gruppo, mentre Crown of Creation e Volunteers, album fantasiosi e politici testimoniano - nello sfascio dellutopia hippie - la loro severa militanza e la loro creatività.
Il viaggio della Starship inizia con un disco-manifesto come Blowes Aganinst the Empire, opera rock dai toni epici. Da allora la band diventa sempre più gruppo aperto (con loro collaborano nomi del calibro di David Crosby che regala Wooden Ship, Jerry Garcia e gli altri Grateful Dead) con diversi cambi di formazione e un suono sempre più colorito e ricco di nuovi riferimenti.
Del gruppo storico al Blue Note ci sono Balin, Kantner con il vecchio pard David Freiberg (già fondatore di una mitica band come i Quicksilver Messenger Service), più la cantante Diana Mangano (ma la Slick è indimenticabile), Slick Aguilar, Chris Smith e Tony Morley. Solo nostalgia? Ascoltare Somebody To Love o White Rabbit val pur sempre una messa.
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