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Egregio Direttore, tra le tante battaglie di libertà sostenute da «Il Giornale», ne propongo un’altra, questa volta di civiltà, per garantire quei legittimi diritti che a tutti devono essere riconosciuti. Genova sta compiendo, e, troppe volte subendo, profondi cambiamenti: si sfornano incontri, congressi e dibattiti organizzati dalle Istituzioni su temi di grande importanza, che riguardano il futuro della nostra città e, di conseguenza, i cittadini che vi abitano.
Una recente iniziativa è stata il Convegno «Genova 2004-2010, un bilancio per il futuro», in cui il Sindaco Pericu ha illustrato una serie di possibili interventi su svariati fronti soffermandosi, in particolare, sugli aspetti collegati alle politiche della casa, nell’ambito del Piano regolatore sociale. Anche il Presidente Burlando, nel tentativo di soddisfare l’ambizione dell’ubiquità, riesce a moltiplicarsi negli incontri in cui si profilano quelle scelte che si vorranno adottare per il «rilancio» della regione Liguria, spaziando su tutto il territorio, per l’attuazione del suo programma. C’è poi la Provincia di Genova presieduta dal Presidente Repetto che, non volendo essere da meno, cerca di tenere il passo nell’organizzazione di numerose altre riunioni pubbliche (o partecipando a quelle degli altri). Ma proprio questo concetto di «pubblico», così come quello di «sociale», che si vorrebbe forzatamente identificare come una caratteristica prerogativa degli schieramenti di sinistra, viene completamente dimenticato quando si tratta di pensare ad un problema, che esiste ed è reale, che riguarda il sordomutismo o handicap sensoriale. Se giustamente ci si impegna per superare le barriere architettoniche per i disabili, non sarebbe altrettanto doveroso occuparsi dell’ostacolo relativo alla comunicazione per chi non può sentire, pur avendone tutti i diritti? E allora rilancio la mia battaglia, attraverso queste colonne. Raccoglierò le firme dei Consiglieri e presenterò una mozione in Consiglio Provinciale, affinché venga affiancata la figura di un interprete in tutte le iniziative pubbliche della Provincia di Genova.

Ma non basta, è necessario che in Comune e Regione venga fatto altrettanto e per questo mi affido, oltre al Giornale, ai colleghi che hanno ricevuto il voto per rappresentare tutti i cittadini (senza distinzioni), afficnhé richiedano, nelle Istituzioni di loro competenza, che venga garantito lo stesso diritto all’informazione. Fose una città, «capitale europea della cultura», avrebbe dovuto pensarci già nel 2004, ma credo non sia mai troppo tardi per migliorarsi e recuperare».
*Vice capogruppo Forza Italia

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