Albaro, un quartiere che non cè più. E tutto questo - che non è solo uno slogan -, grazie a unamministrazione comunale insensibile alle esigenze più elementari di vivibilità che sono state ripetutamente espresse, in questi anni, dai cittadini, ma mai ascoltate, e tanto meno prese in considerazione. Il «grido di dolore» di cui si sono fatti interpreti, di volta in volta, i comitati spontanei e, più di recente, alcuni residenti impegnati anche in politica - fra cui Beppe Damasio, del Movimento liberale - è stato regolarmente ignorato dai vertici del Palazzo, nella evidente constatazione che la zona residenziale per eccellenza a levante del centro, a suo tempo oasi di verde e tranquillità, a quanto pare non rappresenta un «serbatoio rosso» di consensi elettorali.
«Sarà per questo - sottolinea proprio Damasio - che le risorse pubbliche, non poche, che si sono riversate negli ultimi decenni sulla città, dai mondiali di calcio allanniversario colombiano, dal G8 alle celebrazioni della capitale europea della cultura, (...)SEGUE A PAGINA 50
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