Alcatraz La grinta di Peter Murphy Sul palco l’ex voce dei Bauhaus

Spettrale, pallido e scheletrico mentre urla Bela Lugosi’s Dead. È l’immagine storica di Peter Murphy come leader e voce dei Bauhaus, alfieri del gothic rock inglese di fine anni Settanta. Nel passaggio dal punk al dark, dove emergono i Joy Division di Ian Curtis, i Siouxsie & the Banshees e in seguito i Cure, c’è una selva di gruppi che cerca di emergere con suoni scuri e pesanti, mettendo insieme glam, gotic, irruenza post punk, nihilismo.
Tra questi spiccano, proprio grazie al carisma di Murphy, i Bauhaus, la cui cavalcata di successo (In the Flat Field, Mask, The Sky’s Gone Out, fu bloccata da una polmonite che, nel 1983, lo tenne lontano dalle scene e dall’incisione del quarto album Burning From the Inside. Ristabilitosi e tornato sulla scena, Murphy fonda i Dali’s Car con l’ex Japan Mick Karn (incidono un solo album, The Waking Hour) e poi passa ad una carriera solista di culto. Rifiuta di tornare con i Bauhaus, che vanno avanti arrancando (anche con nomi diversi come Tones On Tail e Love & Rockets) e rimane una figura di riferimento del rock alternativo inglese. Ora Murphy ha ripreso a girare il mondo in concerto ed è in tournée in Italia (dove è sempre stato molto amato), tournée che si chiude domani sera con un concerto per aficionados all’Alcatraz.
Non ha perso la grinta e l’aria allucinata e satanica, anche se i tempi sono cambiati. Lui ha esordito da solista nel 1985 con Should the World Fail to Fall Apart ed è arrivato ad oggi senza svendersi o farsi avviluppare dal revival e dalla nostalgia. È vero, nel 1998 - dopo quindici anni di separazione - è tornato con i Bauhaus per dare una lucidatina al suo blasone, e lo ha rifatto nel 2005 - 2006 con un altro lungo giro di concerti mondiale seguito, l’anno scorso, dall’album Go Away White. Sembrava la rinascita ma fu la fine definitiva della band.

«Sono soddisfatto del livello emozionale raggiunto coi Bauhaus dopo tanti anni - ha spiegato Murphy -, è stato bello guardare al passato insieme, ma ora è giusto chiudere». Così, da glam rocker invecchiato ma non vinto, domani sera presenterà i classici della band e i brani del suo lavoro, che uscirà tra poco, prodotto da Trent Reznor dei Nine Inch Nails.

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