Aldo Ciccolini sceglie Rachmaninov

Ciccolini proviene da quella terra di talenti musicali, anzitutto pianistici, che è (fu?) Napoli. Bastano tre nomi a sostegno della tesi: Riccardo Muti, Salvatore Accardo e appunto Aldo Ciccolini che dall’alto dei suoi cinquantotto anni di carriera, stasera in Conservatorio (ore 21), inaugura la serie Rubino della Società dei Concerti. Tanto per non smentire quanto il suo pianismo sia invidiabilmente longevo, Ciccolini eseguirà il Secondo Concerto di Rachmaninov, una partitura terribilmente virtuosa, con insidie tecniche che riposano nella richiesta di una sveltezza e potenza di dita da giovinotto.
Entra in campo l’Orchestra di Montpellier diretta da Alain Altinoglu, musicista proveniente da quel Conservatoire National supérieur de musique di Parigi dove Ciccolini ha insegnato a lungo. Ciccolini ha sviluppato un legame assai stretto con la Francia che ha ricambiato considerandolo un proprio figlio con il sigillo di una cittadinanza.

Tutto iniziò con una medaglia d’oro al Concorso Marguerite Long-Jacques Thibaud, a guerra appena finita: correva il 1949. Poi, da vero esteta della tastiera, Ciccolini ha fatto del repertorio francese, il repertorio d’elezione.

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