Anna Astrella
da Roma
Il giorno dopo il forfeit allesecutivo del partito, il ministro aennino Gianni Alemanno, parte allattacco. Chiarisce così quelle che dovrebbero essere le priorità di Via della Scrofa: puntare, per prima cosa, al rilancio di Alleanza nazionale; «La nostra è una richiesta di fare di più sul programma politico», sentenzia secco il titolare delle Politiche agricole. E in virtù di questa istanza va intesa anche lassenza della componente di Destra sociale al vertice del partito, che, precisa Alemanno, non deve suonare come una sconfessione di Fini.
Il punto centrale, insomma, è il rilancio di An che vuole riconquistare il suo posto al sole senza limitarsi, allinterno della coalizione, a mediare semplicemente nella querelle tra il premier e i centristi che intanto si contendono la scena. «Ci interessa - ha spiegato, infatti, Alemanno - che An venga profondamente rilanciata, perché non può stare a rimorchio né del presidente del Consiglio, né dellUdc». E in unintervista a Panorama il ministro rincara la dose: «Oggi An fa solo da ponte per tenere insieme Casini e Berlusconi. È un ruolo sbiadito, indefinito. Non basta fare i pontieri né appiattirsi su Forza Italia; dobbiamo ridare sostanza programmatica al ruolo della destra, lanciando messaggi chiari ai nostri elettori».
In vista delle elezioni il titolare delle Politiche agricole non disdegna un commento sulle «trame» dei centristi: «Non cè nessuna minaccia di uscita dal governo da parte dellUdc. Piuttosto cè una dialettica tesa, ma sono convinto che questo arricchirà il centrodestra e non lo indebolirà». Uno sfogo a 360 gradi quello di Alemanno convinto che per prepararsi alla campagna elettorale sia indispensabile «un dibattito politico programmatico allinterno della Cdl» e una verifica della squadra e del suo capitano, magari attraverso le primarie. E così riferendosi al premier ammonisce: «Non darei per scontato che il candidato sarà lui. Nel 2001 Berlusconi costituiva un valore aggiunto e bastava la sua immagine per farci vincere. Questo non significa - sottolinea il ministro - che non potrà essere il presidente del Consiglio il nostro candidato premier. Significa che una verifica della squadra deve includere anche il leader. Berlusconi dovrebbe ridisegnare il suo ruolo. Passare da leader puramente carismatico ad un ruolo molto più politico di garante della coalizione. E la sua capacità di essere vincente dovrebbe essere misurata su un piano oggettivo, magari attraverso le primarie».
Ma è a Gianfranco Fini che Alemanno dedica il monito decisivo nellintervista a Panorama. Al leader di An, infatti, il ministro pone un aut aut: il governo o il partito, essere luomo di via della Scrofa «destinato alle più alte funzioni istituzionali» o rappresentare la guida politica di Alleanza nazionale. «Al presidente chiedo di fare fino in fondo il leader di partito - spiega Alemanno -. Se non è possibile in futuro bisogna trovare un altro leader. Fini può anche essere un candidato alla presidenza del Consiglio o continuare a fare il ministro degli Esteri, ma a tempo pieno».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.