Allontanamento coatto in caso di reati gravi e non semplice accompagnamento alla frontiera; obbligo di conoscere in maniera sistematica la «storia penale» dei nomadi che arrivano nel territorio attraverso una sorta di casellario giudiziario che valga a livello europeo; introduzione del divieto di reingresso. Queste le proposte di emendamento alla direttiva 38 della Ue (quella che stabilisce a quali condizioni un cittadino europeo può risiedere in un Paese dell'Unione) in materia di immigrazione che l'amministrazione comunale romana metterà sul tavolo di confronto sulla situazione nomadi che oggi vedrà faccia a faccia il sindaco Gianni Alemanno, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, il sottosegretario Alfredo Mantovano e il prefetto Giuseppe Pecoraro. Proposte annunciate dallo stesso sindaco che oggi a Parigi ha incontrato Eric Besson, ministro per l'immigrazione, l'integrazione e l'identità nazionale francese, e Maroni anche lui in trasferta nella capitale transalpina.
Dice Alemanno: «Devono esserci politiche nazionali e comunitarie coerenti. Maroni vuole ottenere dall'Unione, modificando anche le leggi nazionali, di rendere effettivo l'allontanamento anche dei comunitari, che altrimenti si riduce a un accompagnamento alla frontiera senza contromisure in caso di ritorno. Noi possiamo intervenire sulle leggi italiane per introdurre il reato di reingresso non autorizzato, che però sarebbe più efficace se ci fossero anche norme Ue che obblighino i paesi d'origine a trattenere il nomade allontanato». Ma, avverte il sindaco: «Tutto ciò deve avvenire in base all'accertamento individuale delle responsabilità, per evitare espulsioni e allontanamenti indiscriminati».
Attualmente si stima la presenza a Roma di 7.100 rom, tra regolari e abusivi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.