Alessandro, Firmiano, Primiano e Tellurio

Nella seconda metà del VII secolo, al tempo dell'imperatore Costante II (che regnò dal 641 al 668), i bizantini distrussero la città pugliese di Lucera. I profughi, vescovo in testa, si spostarono diverse miglia e fondarono la nuova città di Lesina (che oggi si trova in provincia di Foggia). Qui, col tempo, costruirono un'altra cattedrale, ma non poterono, per ovvi motivi, dotarla di reliquie. Si giunse così al IX secolo, quando i saraceni, in una delle loro solite incursioni, rasero al suolo la relativamente vicina città di Larino. Appena se ne furono andati, i lesinesi, approfittando dell'abbandono in cui versavano le chiese distrutte, andarono a prendersi le reliquie dei martiri Primiano e Fimiano. Così, la loro cattedrale ebbe le sue brave reliquie. Passarono i secoli e quella cattedrale, sempre più rovinata, finì col cadere nel dimenticatoio. Nel XVI secolo il re di Napoli incaricò il prete Aurelio Marra di andare a vedere cosa si poteva fare per restaurarla. Quello andò e constatò che non c'era davvero niente da fare: lo stato di rovina era ormai tale che era più conveniente riedificare ex novo da un'altra parte. Così, fece scavare nella cripta per almeno recuperare le reliquie se ve n'erano. Infatti, sotto l'altare, in varie riprese vennero reperite urne marmoree contenenti ossa e, secondo l'uso, le lamine di piombo con sopra incisi i nomi dei martiri. A quel punto, il 28 aprile del 1598 i corpi dei quattro santi ritrovati, Alessandro, Tellurio, Primiano e Firmiano, furono solennemente traslati a Napoli nella chiesa dell'Annunziata.
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