La Polizia ha sequestrato duecento tavolette copriwater con scritte in arabo. Erano state accatastate in un supermercato di Latina. Le scritte in arabo riproducevano versetti del Corano. A individuare il senso dei segni sono stati alcuni islamici che hanno immediatamente informato della vicenda l'imam di Latina. Questi, a sua volta, ha informato la Questura, che ha proceduto al sequestro degli oggetti «da oreficeria»: per chi si accontenta. La Questura ha accertato l'estraneità dei titolari del supermercato rispetto alla vicenda. Una parte dei copriwater è stata prodotta in Cina e si sta verificando se in giro ve ne sono altri.
«Siamo stati subito avvisati di ciò che è successo - ha detto il ministro Amato - e siamo intervenuti immediatamente perché è un episodio che offende gli islamici e anche me». E anche qualsiasi persona con un minimo di educazione. La gravità del problema non consiste tanto nel tipo di materiale utilizzato, ma nella mancanza di rispetto della libertà religiosa di chi viene oltraggiato con un gesto tanto spregevole.
La violazione della dignità di qualsiasi persona - anche degli arabi - può iniziare pure da queste sciocchezze. Quando si parla di violenza, di solito si allude a pestaggi, a ruberie, a soprusi. E si dica pure che i telegiornali spesso appaiono cronache di interminabili sequenze di atti aggressivi, nei quali la fantasia non sembra avere molti paletti limitativi. E la fantasia - si dica la parola chiara - appare meno umorismo o sarcasmo e si sfilaccia in gesti di scemenza. Spiace dire queste cose. Ma quando ci vogliono ci vogliono.
Ebbene, anche la notizia di questi copriwater è la notizia di una violenza. Sbagliata, da condannare. Ma adesso nessuno la usi per generare altre violenze. È un timore che abbiamo, viste le reazioni che già arrivano dal mondo arabo.
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