Quando pensiamo a Mark Twain, ce lo figuriamo sorridente. Nella faccia e anche nella scrittura. Con i suoi baffoni spioventi e le rughe ironiche intorno agli occhi, e con lo scanzonato raccontare le vicende di Tom Sawyer e di Huckleberry Finn. Del resto, fu lui a dire che «il modo migliore per stare allegri è cercare di rallegrare»...
Anche oggi, a cento anni (e due giorni, per la precisione) dalla sua morte, mister Samuel Langhorne Clemens, ci appare così, un vecchio zio che sa burlarsi del mondo e di chi lo abita. Tuttavia, esiste anche, ovviamente, un Mark Twain intimo e mesto, riflessivo e nostalgico. In questo modo, per esempio, ci si presenta dalle pagine inedite della sua autobiografia che saranno messe allasta da Sothebys, a New York, il prossimo 17 giugno. Si tratta delle 65 pagine di In Memory of Olivia Susan Clemens, cioè di sua figlia, morta nel 1896 a 24 anni per una meningite, successivamente rititolato A Family Sketch (Schizzo di famiglia). Il documento è davvero prezioso e per i suoi estimatori vale molto più dei 120-160mila dollari che ne fissano la stima di vendita, poiché da lì emerge, oltre al ritratto di un padre e di un marito modello, sempre premuroso e disponibile nei confronti di moglie e figli, anche il resoconto dellinfanzia dellautore, un aspetto finora pressoché ignoto della biografia di quello che William Faulkner definì «il primo vero scrittore americano».
In quello scrigno, forse, troveremo inoltre la chiave di lettura della sua arte «bambina», entusiasticamente tesa alla Scoperta e allAvventura, cifra psicologica, oltre che stilistica. Lo si comprende benissimo in Seguendo lEquatore (Baldini Castoldi Dalai, pagg. 567, euro 22, traduzione di Dario Buzzolan) uscito pochi giorni fa. È il diario di un lungo viaggio in piroscafo intrapreso nel 1895 attraverso i possedimenti dellImpero Britannico. Colonialismo vi fa rima con razzismo e imperialismo. Considerazioni filosofiche, antropologiche, religiose e politiche sintrecciano in un viluppo che è il ritratto proteiforme della fine del XIX secolo.
Ed è la prova provata di come, dietro il suo accattivante sorriso, si nascondeva la profondità di giudizio.
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