Trump alla guerra dei dazi. Prime lettere a Tokyo e Seul

Il presidente Usa annuncia via social: 25% per Giappone e Corea. "Pronte missive per 12 Paesi". Poi sposta la scadenza all'1 agosto

Trump alla guerra dei dazi. Prime lettere a Tokyo e Seul
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Non c'è ancora un accordo sui dazi tra Washington e Bruxelles. La fumata nera è emersa ieri pomeriggio dalla riunione d'urgenza dei rappresentanti permanenti dei Ventisette (Coreper II) cui ha partecipato il commissario Ue Maros Sefcovic che ha fatto un report sulla sua missione negli Usa e sui successivi contatti nel weekend con i negoziatori statunitensi. I colloqui tra la Commissione e gli Usa continueranno e un nuovo Coreper è previsto domani. Ovvero il giorno in cui sarebbe scaduta la tregua di 90 giorni decisa da Donald Trump sui dazi.

Usiamo il condizionale perché ieri sera il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo per posticipare la scadenza dei dazi al 1 agosto. "Poi comunicherà ai leader stranieri il livello dei loro dazi reciproci nel corso del mese", ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. La strategia era stata anticipata nei giorni scorsi dal segretario al Tesoro, Scott Bessent: se non si raggiungerà un accordo, i dazi - fino al 50% - annunciati il 2 aprile e poi sospesi, entreranno in vigore il primo agosto.

L'obiettivo dei vertici dell'Eurotower è comunque raggiungere presto almeno un accordo di principio simile a quello firmato tra gli Usa e il Regno Unito. Domenica c'è stata una telefonata tra Trump e Ursula von der Leyen e altre interlocuzioni telefoniche ci sono state tra von der Leyen e i leader dei principali Paesi europei, ovvero Giorgia Meloni, Friedrich Merz e Emmanuel Macron. Ieri, nel suo intervento al Parlamento europeo, la presidente della Commissione Ue ha sottolineato che "nei negoziati l'Europa deve mostrare forza". E il commissario all'Economia, Valdis Dombrovskis, ha detto che sono stati fatti progressi e che la Commissione non ha ricevuto alcuna lettera dall'amministrazione americana.

Alle 18 (ora italiana) sono, intanto, partite le prime 12 lettere firmate da Trump ad altrettanti Paesi con i livelli tariffari che saranno applicati alle merci esportate negli Stati Uniti. Altre 12 missive verranno inviate oggi e domani. Trump ha postato sul social Truth le lettere inviate al Giappone e alla Corea del Sud in cui annuncia dazi al 25% sui prodotti dai due Paesi. Sia in quella a Tokyo che in quella e Seul, il presidente Usa scrive: "I nostri rapporti sono sfortunatamente tutt'altro che reciproci. A partire dal 1 agosto imporremo dazi di solo il 25% su tutti i prodotti inviati negli Stati Uniti. Se per qualsiasi motivo deciderete di aumentare i vostri dazi, noi aggiungeremo un altro 25 per cento". Il metodo negoziale è chiaro: "Se desiderate aprire i vostri mercati commerciali, finora chiusi, agli Stati Uniti ed eliminare le vostre barriere commerciali, potremmo valutare una modifica a questa lettera", viene sottolineato da Trump. L'amministrazione americana ha deciso di imporre tariffe al 36% a Thailandia e Cambogia, 35% a Serbia e Bangladesh, 32% all'Indonesia, 30% alla Bosnia e 25% alla Tunisia.

Poi ha anche minacciato tariffe doganali aggiuntive del 10% a tutti quei Paesi che si "allineeranno" con i Brics, ovvero con gli 11 Paesi emergenti che puntano a utilizzare le valute locali come alternativa al dollaro. Riuniti a Rio de Janeiro, con l'assenza di Vladimir Putin e Xi Jinping, i leader dei Brics hanno condannato i dazi "indiscriminati" imposti dalla Casa Bianca. "Si tratta di un'associazione di paesi che condividono una visione del mondo su come realizzare la cooperazione basata sui propri interessi.

Questa interazione nel quadro dei Brics non è mai stata e non sarà mai rivolta contro alcun Paese terzo", ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. "Poco serio intimidire gli altri Paesi da Internet", ha commentato Luiz Inacio Lula da Silva, padrone di casa del summit.

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