Immaginatevi un Alessandro o un Simone qualunque, un cosino milanese di sette od otto anni che si avvicina al rugby per le prime volte nella sua vita. E mettetegli accanto un armadio come Ali Williams, seconda linea dei leggendari All Blacks, 112 chili per due metri e due centimetri pronto ad esplodere come una palla da cannone. E intorno lArena di Milano. Ali Williams e gli altri neozelandesi si allenano. I bambini sono lì, con loro, e lessenza del rugby sta allo stesso modo nei giganti venuti dagli antipodi come nei marmocchi delle scuole.
È questo il progetto che accompagna larrivo della nazionale più forte del mondo a Milano per lincontro con gli azzurri del prossimo 14 novembre. Italia-Nuova Zelanda non sarà solo una partita di rugby ma un evento preceduto nelle scuole della città e dellhinterland da una opera straordinaria di alfabetizzazione rugbistica. Di pallaovale nelle scuole, qua e là, se ne mastica ormai da anni. La federazione manda i suoi tecnici dovunque vengano richiesti. Ma larrivo degli All Blacks è un altra cosa: è il Verbo che si materializza. E quindi «Scuole in meta», il progetto che Regione, Federugby e Rcs affiancano allevento, porterà il rugby dove non si è mai visto. Porterà istruttori e campioni nelle scuole, porterà il ragionamento sui valori di rispetto che ne fanno uno sport diverso da ogni altro. E porterà i ragazzini delle scuole sul prati dellArena per lultimo allenamento degli All Blacks, quello in cui Ali Williams, Neemia Tialata e gli altri tutti-neri affileranno le armi per cercare di fare a fette sabato 14, sul prato di San Siro, la nazionale italiana di Nick Mallet.
San Siro sarà pieno, e settantamila persone a una partita di rugby in Italia non si sono mai viste nè probabilmente immaginate. E - per un cultore di altri sport - la cosa più difficile da capire è che i settantamila verranno a San Siro con la certezza quasi matematica di vedere lItalia sconfitta, perché undici volte abbiamo affrontato gli All Blacks e undici volte ce le hanno suonate, e non esistono validi motivi per ritenere che stavolta le cose debbano andare diversamente. Ma va bene così, perché a San Siro ci si andrà con le birre e le salamelle, e i ragazzini delle squadre di rugby milanesi porteranno le loro maglie colorate. Forse, prima delle due nazionali, i piccoli giocheranno un loro torneo sul terreno del Meazza, quello stesso che nelle domeniche normali vede i tacchetti milionari del calcio. Limportante, per tutti, sarà poter dire «io cero».
«Il calcio sta al rugby come il pus alla crema», dice ieri lassessore Piergianni Prosperini, presentando lappoggio della Regione al progetto «Scuole in meta».
Gli All Blacks daranno lezioni di rugby
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