
La fuga di Andrea Cavallari è finita a Lloret de Mar, iconica località turistica della Costa Brava a circa 75 km a nord di Barcellona. È formalmente evaso il 3 luglio, giorno in cui ha avuto il permesso di uscire dal carcere della Dozza di Bologna per discutere la tesi in Scienze Giuridiche senza mai farvi ritorno. Era atteso alle 18 ai cancelli della casa circondariale e quando gli agenti non l'hanno visto rientrare hanno lanciato subito l'allarme. Ma il 26enne, condannato a oltre 11 anni di carcere per la strage di Corinaldo, a quell'ora era probabilmente già arrivato a Milano, prima tappa del suo viaggio verso la Spagna.
L'ultimo contatto con i familiari l'ha avuto alle 15, quando si è congedato da loro sostenendo di voler andare a salutare la sua fidanzata. Ma così non è stato. Utilizzando taxi, auto Ncc e BlaBlaCar, Cavallari si è spostato dall'Italia alla Spagna attraverso la Francia. Non ha mai conseguito la patente di guida e questo sistema di movimento è stata una caratteristica tipica delle sue scorribande precedenti: ha replicato uno schema a lui noto per muoversi con maggiore sicurezza. A Milano, il fuggitivo avrebbe trovato il primo aiuto e i primi pagamenti li avrebbe fatti tutti in contanti ma va verificato se fossero veri o falsi, come gli 800 euro che gli sono stati trovati addosso a momento dell'arresto da parte della "squadra catturandi" della Policia Nacional spagnola. Aveva con sé anche un documento di identità falso.
Tuttavia, a un certo punto Cavallari ha iniziato a usare la carta di credito, frutto di una delle collaborazioni che ha ottenuto per coprire la sua fuga. Ed è stata proprio una strisciata a permettere agli agenti di individuarlo: l'ha usata a Barcellona il 13 luglio. Con quella carta ha pagato ristoranti, hotel ma anche souvenir. Si è spostato tra la Costa Brava e Barcellona in questi giorni, come dimostrano che le celle telefoniche che lo hanno agganciato grazie allo smartphone usato in queste due settimane. Ora verrà ascoltato dai giudici spagnoli e in 10-30 giorni dovrebbe essere estradato in Italia, dove dovrà dare spiegazioni del perché di questa fuga.
A breve avrebbe potuto iniziare a godere di permessi premio e di agevolazioni, avendo superato la metà della pena da scontare e non avendo mai dato segni di intemperanze durante la detenzione, durante la quale è riuscito anche a studiare per ottenere la laurea con una votazione di 92 su 110.