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Tsutomu Miyazaki, il killer delle bambine che ha terrorizzato il Giappone

Conosciuto anche come "The Otaku Murderer", Tsutomu Miyazaki ha stuprato e ucciso quattro bimbe tra i 4 e i 7 anni

Wikipedia
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"The Otaku Murderer". Così venne indicato dai media Tsutomu Miyazaki, tra i più brutali serial killer della storia giapponese. Nonostante il numero di vittime limitato – appena quattro – è considerato uno dei peggiori incubi del Paese asiatico per l’efferatezza dei suoi crimini - con tanto di cannibalismo e necrofilia - e per la tipologia di vittime, delle innocenti bambine.

Infanzia e adolescenza

Tsutomu Miyazaki nasce il 21 agosto 1962 a Itsukaichi, Tokyo, figlio di una famiglia benestante. La famiglia gestisce un'azienda di giornali regionali ed è ben nota a Itsukaichi, dove suo nonno e il suo bisnonno hanno fatto parte del consiglio comunale. A causa degli impegni dei suoi genitori, viene cresciuto principalmente dal nonno e da una tata.

Gli anni scolastici sono delicati. Tsutomu Miyazaki viene emarginato e diventa sempre più solitario. Frequenta la Meidai Nakano High School a Nakano, un prestigioso liceo affiliato all'Università Meiji, e diventa uno studente modello fino a quando i suoi voti non iniziano a calare drasticamente. Invece di studiare inglese e diventare insegnante, come inizialmente previsto, Miyazaki frequenta un college locale e studia per diventare tecnico di fotografia.

A metà degli anni Ottanta, torna a vivere a casa dei suoi genitori a Itsukaichi, condividendo la stanza con la sorella maggiore. Sebbene la sua famiglia fosse molto influente, non coltiva il desiderio di rilevare la loro attività. Nel maggio del 1988 muore il nonno, evento che aggrava la sua depressione e lo isola ulteriormente. Non mancano i campanelli d'allarme, come quando viene beccato dalla sorella mentre la spia durante la doccia. Dopo una breve discussione, l'uomo aggredisce la sorella e successivamente anche la madre.

Gli omicidi di Tsutomu Miyazaki

Tra l'agosto del 1988 e il giugno del 1989 Tsutomu Miyazaki mutila e uccide quattro bambine tra i 4 e i 7 anni, abusando sessualmente dei cadaveri. Ma non solo, perchè in un caso beve il sangue della vittima e mangia una parte della mano. Delitti che sconvolgono la prefettura di Saitama, che fino a questo momento non aveva mai registrato crimini contro i minori così brutali.

La prima vittima è Mari Konno, 4 anni, rapita da Miyazaki mentre gioca a casa di un'amica. Il killer la porta in un luogo appartato, nei pressi di un ponte in una zona boscosa, e la uccide, per poi stuprarla. Una volta finito, getta il suo corpo in un campo vicino casa sua. Successivamente, con il corpo quasi decomposto, preleva mani e piedi - conservati in un armadio - e brucia le ossa rimanenti nella sua fornace. I resti li invia alla famiglia di una vittima, insieme a denti, foto dei suoi vestiti e una cartolina.

Il 3 ottobre 1988 è il turno di Masami Yoshizawa, di 7 anni. Le offre un passaggio a casa, ma la porta nello stesso luogo del precedente omicidio. Cambia il copione, invece, il 12 dicembre 1988: rapisce Erika Namba, di 4 anni, le scatta delle foto mentre è nuda e la uccide. Successivamente le lega mani e piedi dietro la schiena, la copre con un lenzuolo e nasconde il corpo nel bagagliaio della macchina. Dopo aver gettato i vestiti in una zona boscosa, lascia il corpo in un parcheggio, dove viene ritrovato tre giorni dopo. Il 20 dicembre, la famiglia di Namba riceve una cartolina inviata da Miyazaki con un messaggio composto da parole ritagliate da riviste.

La quarta e ultima vittima di Tsutomu Miyazaki è Ayako Nomoto, di 5 anni. Il serial killer la convince a salire in macchina con la scusa di scattare delle foto, poi la uccide e porta il suo cadavere a casa. Lì ne abusa per i due giorni successivi, scattando foto e video. Quando il cadavere inizia a decomporsi, lo smembra abbandonandone il torso in un cimitero e la testa sulle colline vicine. Conserva le mani e compie atti di cannibalismo, bevendo anche il suo sangue. Poi, temendo un blitz della polizia, recupera i resti nascosti sulle colline e li riporta al suo appartamento, nascondendoli nell'armadio.

L'arresto e la sentenza

Il 23 luglio del 1989 Tsutomu Miyazaki vede due sorelle giocare in un parco di Hachiōji e riesce a dividere la più piccola dalla più grande, ma viene sorpreso dal padre della piccola mentre le scatta delle foto senza vestiti. Il serial killer viene dunque aggredito ma riesce a scappare. La fuga dura poco a causa dell'intervento della polizia che lo arresta per molestie. Poi, durante la perquisizione della sua abitazione, la scoperta choc: quasi 6 mila videocassette tra anime, film slasher e, soprattutto, filmati e foto delle sue vittime. Tsutomu Miyazaki viene soprannominato dai media "The Otaku Murderer", scatenando il panico in relazione agli otaku, ossia a quella subcultura giapponese di appassionati di manga, anime e prodotti ad essi correlati. In altri termini, collegano le azioni di Miyazaki a quel genere di contenuti.

Il processo contro Tsutomu Miyazaki inizia il 30 marzo del 1990 e il serial killer attribuisce la responsabilità delle sue azioni all'alter ego "Rat Man", reo di averlo costretto a uccidere. Il processo dura sette anni e accende i riflettori sullo stato mentale dell'assassino al momento degli omicidi. Tre gruppi di psichiatri esperti nominati dal tribunale giungono a conclusioni divergenti sulla capacità di Miyazaki di distinguere il bene dal male: un gruppo stabilisce che Miyazaki soffre di disabilità cognitive, un altro lo ritiene schizofrenico o affetto da disturbo dissociativo di personalità e il terzo gruppo stabilisce che, sebbene Miyazaki soffra sicuramente di almeno un disturbo di personalità, era comunque in grado di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

Il Tribunale distrettuale di Tokyo giudica Miyazaki consapevole della portata e delle conseguenze dei suoi crimini e pertanto ritenuto responsabile. Viene condannato a morte il 14 aprile 1997.

La sua condanna a morte viene confermata sia dall'Alta Corte di Tokyo, il 28 giugno 2001, sia dalla Corte Suprema di Giustizia il 17 gennaio 2006. Il Ministro della Giustizia Kunio Hatoyama firma la condanna a morte di Miyazaki il 17 giugno 2008, e lo stesso giorno viene impiccato nel carcere di Tokyo.

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