Le malattie allergiche stanno crescendo in modo esponenziale. «Sono lepidemia del nuovo millennio», affermano molti medici: nel mondo colpiscono il 30 per cento della popolazione. Nel 94-95 soffrivano di rinite allergica il 15% dei bambini, il 20% nel 2002 e si stima il 50% nel 2020, se lattuale tendenza dovesse continuare. Il venti per cento delle riniti si evolve in asma. Appare in crescita anche il settore delle reazioni allergiche e pseudo allergiche da farmaci, da alimenti e da veleni di insetti. Le allergie alimentari sono per alcuni ricercatori il camaleonte della medicina, in grado di spiegare patologie molto diversificate dalle origini misconosciute. In questi ultimi venti anni lallergologia ha compiuto grandi passi avanti sul fronte della conoscenza grazie agli studi ed alle ricerche innovative di alcuni centri, tra i quali lospedale di Ancona, polo ospedaliero-universitario, dove il professor Floriano Bonifazi ha fatto nascere e sviluppato un centro di eccellenza che ha acquisito in Europa un ruolo guida, soprattutto nel settore dell'allergia al veleno di insetti, nella desensibilizzazione per allergia a farmaci e lattice di gomma.
Al sesto piano dellospedale di Torrette, su unarea di 3500 metri quadrati, si integrano le varie strutture del dipartimento di medicina interna, malattie immuno allergiche e respiratorie: in aree contigue lavorano 53 medici, 34 specializzandi e 105 infermieri. Attività ambulatoriali di diagnostica allergologica di base si integrano con quelle di endoscopia diagnostica, otorino e pneumologica per la gestione condivisa dell'asma, sinusiti croniche e poliposi nasale. La pneumologia interventistica, unitamente alla chirurgia toracica utilizza le risorse dipartimentali in comune come la fisiopatologia respiratoria per una gestione ottimale pre e post-operatoria del cancro del polmone. I posti letto del dipartimento compresi quelli per la terapia semi-intensiva respiratoria e per le patologie allergologiche complesse (esempio: orticaria cronica, allergia a farmaci, asma difficile da trattare) assommano a 110. Si è cosi superata l'antica impostazione per discipline settoriali che presenta sempre più limiti diagnostici e terapeutici. Anche lallergologia punta quindi alla multidisciplinarieta. «È fondamentale sostiene Bonifazi - la collaborazione tra più specialisti: il gastroenterologo, il pneumologo, lotorino, lallergologo, devono lavorare a stretto contatto. È dimostrato che stimoli allergici che giungono sulla mucosa nasale e bronchiale attivano le citochine, cioè quei mediatori dell'infiammazione che stimolano il midollo osseo a produrre cellule staminali orientandole verso la produzione degli eosinofili, le cellule principali delle allergie. Si perpetua così linfiammazione a carico di naso, bronchi, orecchio, cute. Da anni si indaga sui rapporti tra allergie e infezioni. Il naso che si chiude tende ad infettarsi con i batteri e tra le complicazioni vi possono essere i polipi nasali il cui sviluppo risulta favorito sia dall'allergia che dall'infezione. L'approccio terapeutico alla poliposi nasale necessita soprattutto di una terapia medica. Così anche per le disfunzioni delle corde vocali l'approccio deve essere globale: le corde vocali si ammalano più facilmente in caso di sinusite cronica, stress, reflusso gastro-esofageo e allergie respiratorie Negli Stati Uniti ricorda il professor Bonifazi si impiegano antibiotici solo nel dieci per cento delle sinusiti croniche riacutizzate e solo nel 10-20 per cento delle poliposi si interviene chirurgicamente». In Italia i medici allergologi sono circa 1200, le scuole di specializzazione 31, pochi i reparti specialistici negli ospedali.
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