Era da un bel po che si sentiva quella puzza, nel popolare quartiere spezzino della Chiappa. I residenti, esasperati, da principio hanno dato la colpa al Comune: «Solite fognature che non funzionano. Datevi da fare, non se ne può più!». Ma i ripetuti interventi degli addetti alla manutenzione cittadina - siamo sotto elezioni... - non risultano efficaci, anzi: la puzza cresce dintensità, diventa un afrore che ammorba laria. «Pare un caprone» se ne esce un giorno qualcuno. Appunto. Proprio di caprone si tratta, di quelli tosti che vivono allaperto finché non piove, e poi si rintanano per non esporre neanche un centimetro quadrato di pelliccia allazione detergente dellacqua. Dopo vari appostamenti, lesemplare viene scoperto sulla terrazza di un appartamento dove abitano una spezzina e il convivente arabo. È per lui, un marocchino timorato di Allah, che il puzzone si trova lì: lanimale devessere sacrificato al momento opportuno secondo le regole del rito islamico. Non si può comprare a tranci dal macellaio, bisogna custodirlo vivo e vegeto fino al momento del sacrificio. Che poi è un sacrificio solo per il caprone, visto che chi lammazza se lo pappa arrosto o in umido col cous cous.
I vicini di casa decidono a passare allazione: chiamano gli ispettori della Asl, fanno presente le esigenze di ordine igienico, ottengono lintervento. Ma quando gli ispettori, guidati dalla puzza, si presentano a casa della donna per eseguire gli accertamenti di rito, vedono (e «sentono»...) il caprone, ma si trovano di fronte anche a una belva imprevista: la padrona. Che dà in escandescenze, pronta a tutto pur di non farsi portare via lesemplare custodito con tanta dedizione. Gli ispettori dellAzienda sanitaria locale desistono, si rassegnano, e scelgono di rivolgersi ai carabinieri: «Se la vedano loro, con questa assatanata qua. E soprattutto se le sentano un po loro le ragioni della donna e la puzza del caprone». La scena si ripete, ma i militari dellArma non arretrano mai di fronte a nulla, figurarsi di fronte alla puzza. La donna sbraita, spinge, insulta. Infine è costretta a lasciare entrare in casa la Benemerita per i rilievi del caso. Verbale: «...omississ... a un certo punto del sopralluogo, il brigadiere, dichiarandosi apertamente aduso allesercizio del fiuto, si lasciava guidare dallacre olezzo caratteristico di stallatico stagionato...omississ... Accertato che il suddetto odore non proveniva dai servizi, quantunque gli stessi risultassero a un attento esame assai poco curati, ...omississ... il brigadiere alfine rinveniva in luogo aperto, apparentemente un terrazzo, un esemplare abbondantemente irsuto e maleolente, intento, probabilmente, a occultarsi...omississ... È in allora che il brigadiere Pasciullo, indossata idonea maschera da lui ritenuta in dotazione permanente, procedeva allidentificazione dellesemplare, evidentemente clandestino e quasi certamente extracomunitario». La soluzione viene trovata in un amen: la donna è nominata dai carabinieri «custode del caprone», ma con lavviso di lavarlo appena possibile, e comunque al più presto, per non turbare ulteriormente lolfatto dei cittadini. Pare tutto risolto, ma la sorpresa è dietro langolo. Nei giorni seguenti i vicini prendono atto che la puzza è sparita, i carabinieri invece prendono atto che la donna non ha custodito lanimale come era scritto nel verbale. Da qui scatta la denuncia «per sparizione di caprone». Che nel frattempo pare sia finito arrosto.
Qualcuno, prima o poi, dovrà pur dirlo al brigadiere Pasciullo. Lui intanto continua a fiutare laria e mette a verbale: «Martedì, ore 16 e 47 circa. Inseguiti odori sospetti per ampio tratto di strada, fino a giungere in prossimità di un cumulo di immondizie. Effettuato immediato dietro front, nonostante lieve, temporaneo mancamento dellequilibrio.
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