Ernesto Cazzaniga*
Nonostante il non certo facile periodo che lippica ha vissuto e sta ancora vivendo, nellultimo quadriennio lassociazione degli allevatori del trotto è sempre stata in prima linea per difendere gli interessi dei propri associati. Le provvidenze allallevamento (sovvenzioni versate dallUnire agli allevatori a seguito di prestazioni cronometriche predefinite) seppure in anni difficili, come il 2004 ed il 2005, sono rimaste ancorate (anche per il 2006) a Euro 12.444.000,00. I premi alla qualifica per il 2006 sono stati portati a 6.000 euro ciascuno per i maschi e 7.000 euro per le femmine. Mi paiono notazioni di rilievo, che dimostrano nei confronti dellallevamento lattenzione dellUnire, soprattutto in una situazione di grande affanno per il settore, superata anche grazie agli apporti del ministero delle Politiche agricole. Dunque, secondo i sottili strateghi del «nuovo che avanza» noi allevatori avremmo dovuto fare le barricate e scendere in piazza contro la politica dellUnire! Non solo, ad un certo momento, con motivazioni fantasiose, avevano proposto la creazione di un comitato di «controllori», tra cui naturalmente il rappresentante degli stallonieri in consiglio, che avrebbero dovuto affiancare il sottoscritto e «aiutarlo» nei rapporti con lUnire, pur se con idee non nella stessa mia direzione. Facile dire come è finita, con la presenza silenziosa di due o tre «mummie», che alle riunioni non hanno mai aperto bocca. LAssociazione ha subito attacchi di disturbo continui da questi gruppuscoli senza un progetto che non sia la pura occupazione del potere. LAnact organizza da decenni a favore di tutti gli allevatori una serie di Aste per la vendita dei prodotti, con la più importante manifestazione continentale che si svolge presso il centro Unire di Settimo Milanese. I risultati, anche qui le statistiche lo dimostrano, sono stati buoni e sempre in un trend di crescita, ad un certo punto una sparuta pattuglia di grandi allevatori, ha maturato la convinzione di essere allevatori sì, ma più degli altri, dando vita ad una nuova organizzazione per la vendita dei loro prodotti tradendo proprio lo spirito associativo di una organizzazione che per sua natura è nata oltre settanta anni fa con lo scopo di favorire indistintamente tutti gli allevatori e non una sedicente «élite». Il bello dellallevamento è proprio questo: lassoluta aleatorietà dei risultati.
Ma in questo quadriennio lassociazione che presiedo ha effettuato anche interventi di programmazione che hanno assunto una grande rilevanza per il miglioramento qualitativo e genetico dellallevamento. Anche i più distratti si saranno accorti del grande balzo in avanti fatto dalla qualità dellallevamento, con linsorgenza però di un problema contingente ineludibile, il grande numero dei cavalli di due anni pronti al debutto. Oggi, infatti, siamo arrivati a percentuali di debutto a due anni del 38%, incredibile ma è così. Pertanto era necessario adeguare la percentuale a disposizione dei cavalli di due anni per permettere a questi di correre: così abbiamo fatto portando la percentuale dal 7,5% al 9%. Cosa manca allallevamento italiano doggi per sperare di essere competitivi in età più avanzata?: centri dallenamento rilevanti e un numero superiore di piste adeguate. Non dimentichiamo ancora che, dietro esplicita richiesta della nostra associazione, è stato aumentato il numero delle corse nei matiée da 6 a 7/8, inserendo una o due corse secondo le disponibilità della piazza, per soli cavalli giovani (lettera G ora, lettera I dal primo settembre). Senza trascurare che abbiamo aumentato del 20% la dotazione delle corse femminili di gruppo I e II. Ma lintervento più significativo però lo abbiamo fatto con la modifica del calendario classico per cavalli di tre anni.
*presidente Anact (Associazione nazionale allevatori cavallo trottatore)
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