Allianz a Piazza Affari sostituirà la Ras

Per ora non sono previste integrazioni con le controllate Agf e Lloyd Adriatico

Paolo Stefanato

da Milano

Michael Diekmann - numero uno di quella che, dopo la fusione Allianz-Ras, sarà, se non la prima, la più grande «società di diritto europeo» - ha illustrato ieri a Milano l’operazione che negli ultimi giorni ha dato una scossa negli ambienti finanziari europei. Con lui c’erano Paolo Vagnone, amministratore delegato della Ras, ed Enrico Tomaso Cucchiani, presidente e ad del Llyod Adriatico (100% Allianz) che sarà «promosso» membro del supervisory board a Monaco. Particolari elementi di novità non ci sono stati: anzi, l’incontro ha confermato lo stile «no comment» dei tedeschi.
Unica vera notizia: dopo il ritiro dal listino del titolo Ras, a Piazza Affari sarà quotata Allianz, che già si scambia a Francoforte e a New York. La decisione non potrà che incentivare lo scambio di azioni Ras in azioni Allianz, anche se Diekmann ha dichiarato di attendersi «più adesioni all’Opa», e cioè un proporzionalmente maggiore esborso di contanti (ricordiamo che il valore massimo dell’operazione è di 5,7 miliardi di euro). A questo proposito ha reso merito a Vagnone per aver sostenuto l’opportunità di un’offerta d’acquisto, quando Allianz, all’inizio, intendeva imboccare la strada della fusione con semplice carta-contro-carta.
Piazza Affari ha accolto l’annuncio dato nel week end con l’esito prevedibile: i titoli ordinario e di risparmio Ras si sono allineati ai valori finanziari dell’offerta (quest’ultima propone rispettivamente 19 e 26,5 euro), con «strappi» del 7,1% e del 19,6%. Anche Agf, controllata francese di Allianz, ne ha beneficiato a Parigi, con un guadagno dell’1,8%; unica in controtendenza è proprio la capogruppo, penalizzata dalla prospettiva di dover sborsare una cifra di grandi dimensioni: meno 3,3%.
A proposito dei «no comment»: nell’incontro di ieri non sono stati forniti dati economici delle sinergie che si creeranno (si è riparlato di «razionalizzazioni», «ottimizzazioni», ecc.); non è stato detto chiaramente se il marchio Ras sopravvivrà alla fusione oppure no («decideremo in seguito, è un marchio di grande valore, ma sarà oggetto di un processo razionale»); non è stato detto se ci saranno, o no, esuberi: Diekmann ha preferito astenersi da una risposta chiara su questo aspetto, gettando nell’inquietudine molti dipendenti. Ma se Ras manterrà le proprie attività in Italia tali e quali perché dovrebbe tagliare dei posti? Diekmann non ha voluto nemmeno rivelare da quanto tempo il progetto era allo studio, limitandosi a dichiarare che l’operazione Unicredit-Hvb non è stato un fattore estero di accelerazione. Il bancassurance con Unicredit non sembra a rischio: «Teniamo moltissimo al rapporto con Unicredit, le joint venture ci soddisfano e stiamo sviluppando piani anche nei danni» ha detto Vagnone.
Quanto ad Agf, è escluso che a breve diventi oggetto di un’operazione simile in Francia: «Lo faremo quando sarà ragionevole dal punto di vista economico». Per il Lloyd Adriatico, immaginare un’integrazione è «prematuro», ha detto Cucchiani, che «va comunque esclusa nell’arco di realizzazione di quella attuale». Poi diventerà fattibile.

Già ora, una governance più semplice favorirà «la collaborazione tra Ras e Llyod», che avranno lo stesso azionista unico. Alla Ras resteranno le partecipazioni strategiche (Pirelli, Unicredit, Gim), mentre le controllate straniere (Spagna, Portogallo, Austria, Svizzera) andranno alla casa madre.

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