All'industria abruzzese Walter Tosto la costruzione della ruota di New York

Cattedrali di metallo e tecnologia, dai grandi impianti petroliferi, alle centrali nucleari e ai chilometrici metanodotti. Leader mondiale nella grande caldareria per l'Oil&Gas, nonché nella componentistica degli impianti per la gassificazione del carbone e la fusione nucleare, l'azienda abruzzese Walter Tosto l'ultimo suo fiore all'occhiello è l'incarico di costruire la ruota panoramica di New York - ha 6 stabilimenti a Chieti Scalo e uno in Romania, oltre a uno yard presso il porto di Ortona. Produce apparecchi ad alto livello tecnologico per i settori petrolchimico, power generation, alimentare e farmaceutico. Grazie alla sua partecipazione a Iter (International thermonuclear experimental reactor), ha fatto ufficialmente il suo ingresso nella ricerca sul nucleare a fusione, candidandosi così alla realizzazione delle centrali atomiche del futuro senza produzione di scorie.A settembre, sempre in Abruzzo, ha inaugurato il più grande impianto del mondo di fresatura e calandratura, realizzato dalla società tedesca Waldrich Coburg, all'apice del mercato nella costruzione di grandi macchine utensili.Con un fatturato 2014 di circa 100 milioni e un Ebitda al 10%, vicino ai 10 milioni, per il prestigio acquisito si è aggiudicata dai più grandi player cinque mega forniture in Turchia, Kuwait, Messico e Usa per un valore complessivo di oltre 50 milioni «La realizzazione della ruota di New York è un nuovo traguardo internazionale - spiega Luca Tosto, che ha sostituito il padre Walter, nel 1998, alla guida del gruppo al quale ci auguriamo di aggiungere presto la realizzazione del più grande telescopio del mondo in Cile. Ricerca, innovazione e formazione continua sono gli elementi che caratterizzano la nostra società che, affacciatasi dagli Anni '60 in un settore per nulla consolidato in Abruzzo, ha saputo imporsi nel mondo. Il know-how di altissimo livello rende l'azienda unica, tanto che tra i committenti abituali annovera le realtà mondiali più importanti dell'Oil&Gas, come Petrobras, Chevron, ExxonMobil, ConocoPhilips. Le richieste che ci arrivano sono decisamente maggiori di quelle che l'azienda riesce ora a evadere. Avvertiamo, però, la mancanza di fare sistema Paese nel contracting internazionale e l'assenza in Italia di un soggetto trainante come una volta era Saipem.

Investiamo sul territorio tant'è che porteremo a 600 il numero degli assunti, mentre chiuderemo il 2015 con ordini per oltre 250 milioni».FdM

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