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Altra vittima: ma le minicar sono pericolose?

Ieri mattina, a Roma, una ragazzina di quindici anni ha perso la vita al volante di una minicar, un quadriciclo, una di quelle automobiline che si possono guidare dai quattordici anni in su. Cosa è successo? Nella sua tragicità un banalissimo incidente di ordinaria viabilità. Erano le 8 quando F.L. nel percorso casa-scuola ha perso il controllo del mezzo, forse a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia, e si è schiantata contro un autobus. Il secondo mortale in 3 giorni che coinvolge minorenni a bordo di piccole quattroruote. Il primo ha coinvolto Jacopo Fanfani, nipote di Amintore, sabato notte. Sembra abbia fatto tutto da solo, stava tornando a casa alle tre del mattino quando ha perso il controllo del mezzo e si è ribaltato.
La loro morte a distanza così ravvicinata a bordo di piccoli gusci di plastica dotati di quattro ruote pone una domanda: ma le minicar, i quadricicli sono sicuri oppure no? È giusto che un ragazzino di quattordici anni le possa guidare con in tasca un semplice patentino uguale in tutto e per tutto a quello valido per i cinquantini? La prima risposta arriva dai numeri dell’Istat: nel 2008 le vittime d’incidenti con minicar sono state 18, quelle con ciclomotori 305, con motocicli 1156 e con automobili 2553. Dati che vanno letti in proporzione al parco circolante. Ma quante minicar ci sono sulle nostre strade? L’Ancma - www.ancma.it - stima che nel Bel Paese ne circolino 80mila, oltre 300mila in Europa. Di sicuro si sa che Roma è la città in cui hanno riscosso più successo, ve ne sono circa 5mila. Anche il figlio del sindaco ne guida una. «Da padre di un quindicenne e da primo cittadino - ha detto ieri Gianni Alemanno - credo sia importante evitare il diffondersi di microcar truccate che si muovono a velocità incompatibili con la loro carenatura e i loro freni. Va garantito - ha aggiunto il sindaco - il rispetto delle regole evitando che, oltre al guidatore, ci siano passeggeri a bordo». Se Alemanno ne ha presa una al figlio vuol dire che la ritiene sicura, ma poi parla di velocità incompatibili con freni e carenature. Ma a quanto vanno e come sono fatte queste minicar?
I quadricicli leggeri sono omologati secondo una normativa comunitaria che rende obbligatorie le cinture di sicurezza e sono assimilati ai ciclomotori, i cinquantini. La loro potenza massima è di 4 kilowatt per i motori diesel o elettrici e possono raggiungere una velocità massima di 45 chilometri orari. Il loro peso, per legge, non può superare i 350 chilogrammi. Tanti o pochi? Pochissimi. Da fuori vi sembra che la minicar assomigli a una Smart? Pensate che quest’ultima pesa oltre 800 chili. Difficile poter dispensare dispositivi di sicurezza à gogo se poi si devono fare i conti con la bilancia per avere l’omologazione. Un airbag pesa, le barre anti intrusione nelle portiere pesano, la cellula di sicurezza pesa. Inoltre le dimensioni medio piccole delle aziende produttrici di quadricicli non favoriscono la realizzazione di economie di scala. «Il costo per sviluppare un sistema di airbag - spiega l’associazione che riunisce i produttori di quadricicli - è di almeno 700mila euro». Ciò nonostante la maggior parte delle minicar oggi in commercio è dotata di freni a disco sulle quattro ruote (molte utilitarie non li hanno ndr) e di telai a deformazione progressiva di ispirazione automobilistica. Quindi le minicar sono sicure come le auto vere? «Paragonare un quadriciclo ad una vettura tradizionale - spiega Stefano Casalini, presidente del gruppo quadricicli di Confindustria - è come mettere sullo stesso piano una berlina e un autoarticolato. Le masse e le dimensioni non sono confrontabili». Il punto è proprio questo, la minicar è in alcuni casi più sicura dello scooter in quanto si può evitare l’incidente dovuto a una semplice scivolata ma è indubbiamente meno sicura di un’auto vera.
mario.

cucchi@ilgiornale.it

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