Elena Gaiardoni
Sospesi per quindici giorni dalle lezioni, per vendicarsi entrano a scuola e colpiscono l'edificio. Scatenandosi come unni. Sono minorenni, entrambi tra i 17 e i 18 anni, i due studenti puniti all'istituto professionale Oriani-Mazzini di via Pisa per aver insultato i professori e disturbato la lezione. Un italiano e un italo-egiziano. Non contenti di aver violato le regole dell'ordinamento scolastico, i ragazzi hanno pensato di soddisfare la loro rabbia con un raid, compiuto nella notte tra il 6 e il 7 aprile scorso nell'istituto in zona Bande nere. Un tempo essere sospesi era una vergogna ma, come sostengono psicologi e sociologi, oggi la vergogna è il sentimento più raro, scomparso dal nostro codice morale in cui ogni azione non ha mai l'ombra di un «no». Gli studenti hanno pensato di vendicarsi dell'umiliazione imposta dal preside, caricando la violenza con ulteriore violenza. Hanno rotto vetrate, svuotato estintori, lanciato vernice sui muri, rovesciato i bidoni della spazzatura per i corridoi.
Le indagini dei carabinieri della compagnia di Porta Magenta, coadiuvata della direzione scolastica, sono durate un mese. Gli indizi indicavano i due come potenziali sospetti, finché gli stessi indiziati non hanno confessato. Ora li aspetta il tribunale dei minori a cui dovranno presentarsi per rispondere di un'accusa di danneggiamento.
Sempre all'erta il tema dell'educazione degli adolescenti, cittadini di un mondo poliedrico a causa di una realtà virtuale che insegna comportamenti non consoni alle regole della
vita sociale. La violenza giovanile si manifesta in casi di bullismo contro altri compagni, ma anche in atti di vandalismo contro le cose pubbliche, che danno il nome di Repubblica a uno Stato basato sulla formazione civica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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