Ama: per l’Authority comunale peggiora la raccolta dei rifiuti

Michela Giachetta

Altro che decreti sulla raccolta differenziata, sul cassonetto «giusto» in cui inserire carta, plastica o vetro. A Roma il problema della spazzatura è un problema di cassonetti e basta. Senza giusto o sbagliato che sia. L’igiene urbana, infatti, nella capitale è ancora un obiettivo da raggiungere. Parlano chiaro le rivelazioni effettuate in oltre 20 mesi dall’agenzia per il controllo e i servizi pubblici locali del Comune. «Il livello di qualità dello spazzamento stradale, con la sola eccezione del quarto trimestre 2004 - in cui si è raggiunto lo standard richiesto dal contratto di servizio - sembra strutturalmente stabilizzato tra l’81 e l’83 per cento». Tradotto per i non addetti ai lavori significa che nell’80 per cento dei casi le strade cittadine hanno raggiunto un livello di pulizia e decoro delle strade da «sufficiente» a «buono». Il problema, però, è la staticità del dato. Niente margine di miglioramento. Almeno fino ad oggi.
Ma questo non è l’unico dato emerso dall’indagine svolta. L’agenzia, infatti sottolinea che per riuscire a raggiungere e mantenere un livello di pulizia delle strade quale quello richiesto dal contratto di servizio (pari al 90 per cento) sarebbe necessario ridurre della metà i rifiuti attualmente presenti nelle strade. Passa anche ai consigli, l’Agenzia. «Affinché non risultino inefficaci gli sforzi che hanno già consentito all’azienda di raggiungere l’obiettivo già alla fine del 2004 - si legge nel comunicato dell’Agenzia stessa - è richiesto un rinnovato impegno di civiltà dei cittadini». Secondo l’Agenzia, dai dati rilevati si evidenzia come «anche nelle strade ad alta frequenza di spazzamento non sia possibile rispettare lo standard, dal momento che molti cittadini continuano a manifestare uno scarso senso civico, rendendo la città irridiabilmente più sporca».
È chiaro il messaggio dell’azienda rivolto ai romani, ma c’è chi non condivide questa osservazione. Luca Malcotti, consigliere comunale di An, ad esempio, interviene sull’indagine svolta dal servizio di igiene urbana, sostenendo che «è davvero inaccettabile il tentativo di edulcorare i dati del monitoraggio e, peggio, di dare la colpa ai cittadini». Leggendo i dati si può osservare che solo il 48,4 per cento delle strade è sufficientemente pulito, e solo il 44,4 per cento dei cassonetti fruibile. Se poi si guarda la fruibilità dei bidoni la percentuale scende al 31,1 per cento. Quello del decoro e della funzionalità dei contenitori è uno dei fattori di qualità discriminanti presi in considerazione dall’Agenzia. A questo elemento si aggiunge la fruibilità delle postazioni: si valuta cioè la disponibilità di spazio nei cassonetti per gettare i rifiuti, risultata da «sufficiente» a «buono» nel 76 per cento dei casi per la raccolta di rifiuti solidi urbani e nell’89 per cento dei casi per la raccolta differenziata. Sul punto Ama interviene sostenendo che darà «vita a un piano di sostituzione dei cassonetti attuali con nuovi esemplari in grado di garantire una maggiore facilità d’uso e una migliore resistenza». Sono poi valutati il livello di decoro e la funzionalità dei contenitori e la pulizia delle aree circostanti i cassonetti, che solo nel 35 per cento dei casi risultano sufficientemente pulite. Ama giustifica questi risultati sostenendo che «gli standard richiesti dal contratto di servizio sono cresciuti rispetto al 2004.

Inoltre, nei mesi ai quali fa riferimento il monitoraggio, Roma è stata interessata da eventi di natura eccezionale, difficilmente ripetibili». «Il monitoraggio - conclude l’azienda municipalizzata - ci servirà per migliorare». Di buoni propositi, si sa, è lastricata la via dell’inferno. E anche molte vie cittadine.

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