
Noi, che siamo cresciuti con un film culto come Marrakech Express - «Piccante come cucina... È speziata, troppo speziata...», come diceva Abatantuono - lo pensiamo da sempre. Non è che certe culture non ci piacciano. È che sono troppo speziate.
Ma questo è solo un parere personale. Il problema è quando a dirlo è un sindaco. Di Palma Campania, nel Napoletano. Il quale ha firmato un'ordinanza contro le «molestie olfattive» provenienti da cucine e abitazioni del suo Comune. Nel mirino c'è la numerosa comunità bengalese che usa aromi forti per cuocere e conservare i cibi.
Ora. È vero che da tempo molti cittadini protestano per gli odori che aleggiano nelle strade. È vera anche l'istanza ecologista per cui «una città che rinuncia a difendere la qualità dell'aria, rinuncia a difendere la dignità dei cittadini». Ed è vero che non si può passare la vita a friggere e speziare! Muglai, curry, curcuma e Khichuri...
Va bene tutto. Però, prevedere multe di 500 euro e voler dotare la polizia municipale di misuratori olfattometrici, a noi sinceramente puzza scusate il verbo di provvedimento illiberale. E non vogliamo dire razzista.
«Arrestato in flagranza di soffritto!». No. Non ci piace.
E poi pensa te come sono volatili gli umori, e gli odori.
Gli stessi napoletani che si offendono quando le tifoserie del Nord cantano loro di lavarsi, adesso se la prendono con i bengalesi, troppo speziati. Odio di Palma.La vita, in fondo, non è che un cercare continue consolazioni. Sapere, ad esempio, che c'è sempre qualcuno che puzza più di te.
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