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«Amanda è innocente, perseguitata dai pm italiani»

IPOTESI «Il procuratore è ossessionato dall’idea del delitto compiuto in un’orgia a base di coca»

«Amanda è innocente, perseguitata dai pm italiani»

Washington «In Italia la maggior parte delle persone crede che un individuo sia colpevole fino a quando non riesce a dimostrare la sua innocenza. I media e i tribunali difendono spesso l’onore personale anziché stabilire i fatti, che a loro volta possono essere facilmente manipolati»: con queste dure parole il giornalista del New York Times Timothy Egan ha sferrato ieri un pesante attacco al procuratore Giuliano Mignini e alla giustizia italiana.
Il casus belli che ha scatenato l’articolo intitolato «Un innocente all’estero» è Amanda Knox, la studentessa di Seattle che dal novembre 2007 è in carcere a Perugia accusata dell’omicidio di Meredith Kercher, la coetanea inglese con la quale divideva la camera.
Timothy Egan vive a Seattle esattamente come la famiglia Knox ed è padre di una ragazza che sta studiando in Italia. Giocoforza, si sente chiamato in causa ed è preoccupato della sorte di Amanda che a suo dire è innocente. «La vita di Amanda - scrive Egan - è stata rovinata da giornalisti predatori e da azioni giudiziarie trasandate. Il suo destino è nelle mani di sei giurati, fra cui due giudici, che si incontrano due volte la settimana e presto se ne andranno in vacanza per cui non ci sarà il verdetto prima dell’autunno».
Nel lungo articolo pubblicato sul New York Times vengono elencati i fatti salienti della tragedia in cui ha perso al vita Meredith: le indagini, gli arresti, le confessioni, i ritrattamenti dei vari protagonisti. Ad Amanda, che all’epoca dell’omicidio parlava sì e no qualche parola d’italiano, secondo Egan, è stata estratta una specie di confessione perché non capiva la lingua. Il procuratore Mignini - è il parere di Egan - è ossessionato dall’idea che quella notte nell’appartamento di Amanda e Meredith ci sia stata un’orgia con uso di droga.
Amanda, si legge sul New York Times, ha trascorso quasi un anno in galera senza essere incriminata. Nessuno ha mai tenuto conto che l’unica evidenza fisica sul corpo della vittima era di un uomo chiamato Rudy Guede, per altro già condannato a 30 anni di carcere. Anche Amanda, ricorda il quotidiano, se ritenuta colpevole, rischia 30 anni di galera. Per il procuratore Mignini c’è in ballo la reputazione e l’onore, due cose molto importanti in Italia.
Timothy Egan parla poi del suo grande amore per il nostro Paese dove ha trascorso un certo periodo e dove sua figlia Sophie frequenta l’università, a Bologna. «Noi in famiglia - scrive - ci consideriamo italiani onorari, ma dubito molto che Amanda Knox possa provare gli stessi sentimenti».
Per confermare poi la sua teoria della ragazza innocente ingiustamente tenuta in prigione dagli italiani, Egan ricorda come nella stanza del massacro non siano state trovate tracce fisiche né di Amanda né del suo fidanzatino italiano. «Un assassino - riporta Egan citando l’ex procuratore Anne Bremner, attuale legale della famiglia Knox - lascia sempre qualcosa dietro di se e porta sempre via qualcosa.

Le scarse prove ammesse in tribunale sono state raccolte dopo settimane ed in un ambiente ormai contaminato».

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