Amanda «ringhia». Prima davanti allavvocato di Raffaele che le chiede di replicare a un testimone. «Ha detto che ha notato i miei deanti larghi?». Lei digrigna e li mostra: «Dimmi tu».
Poi serra nervosa le mascelle davanti allincalzare del pm Giuliano Mignini, che la controinterroga dopo le accuse lanciate il giorno prima contro i «metodi duri» degli investigatori. «Signora Knox, lei ha sostenuto di essere stata picchiata e di avere ricevuto pressioni dalla polizia. Deve dire da chi, come e quando». Lamericanina di Seattle - accusata con Raffaele Sollecito e il gia condannato Rudy Guede di aver assassinato Meredith - scuote il volto angelico, i capelli raccolti in una coda, le mani a stropicciarsi gli occhi. «Cera tanta confusione e tanta gente», spiega tesa. «Mi ripetevano "Ti mettiamo in carcere per 30 anni se non dici la verità". Mi hanno chiamata stupida bugiarda». «È stata una poliziotta che non conosco - prosegue -, con capelli lunghi e castano scuri», risponde al presidente Massei che le chiede chi le avesse dato «due scappellotti». «Volevano un nome in relazione a chi aveva fatto il delitto e dicevano che io sapevo. Quindi ho fatto il nome di Patrick, ho iniziato a piangere e a immaginare un tipo di scena, con immagini che non concordavano ma che forse avrebbero potuto spiegare la situazione».
Quel nome, per la cronaca, è quello di Lumumba, un innocente stabiliranno in due settimane le indagini mentre nel frattempo era stato rinchiuso in carcere. Lui, titolare del pub dove Amanda faceva ogni tanto la barista o trascorreva serate con gli amici, ha ancora il dente avvelenato. Forse ancor più di prima dopo il misero risarcimento (8mila euro) riconosciutogli per lingiusta detenzione. «Ho passato ore e ore a dire agli inquirenti che Amanda stava mentendo, è unattrice, ma ci è voluto più di metà anno prima che mi credessero. Oggi lei si mette contro di loro e mente anche questa volta».
«Ci vuole giustizia - sottolinea fuori dallaula della Corte dassise di Perugia, il congolese -. Non si deve giocare così. Io credo a tutti quelli che sono venuti in tribunale, agli inquirenti e alla scientifica. Non si può insinuare il dubbio solo perché una vuole continuare a fare lattrice». Lumumba cita un proverbio Bantu: «Quando insegni al pappagallo a parlare ti può insultare».
Più tecnico - inutile dirlo - lavvocato Pacelli, suo legale: «È stata ampiamente provata la calunnia di Amanda nei confronti di Patrick».
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