Ambiente Ecco come diventano pericolosi

La presenza di animali esotici è di forte impatto sugli ecosistemi locali. Queste specie, non avendo un nemico, possono infatti riprodursi creando squilibri nell’ambiente. Ecco alcuni esempi. Quello più eloquente è rappresentato dalle nutrie, grossi roditori simili ai castori originari del Sudamerica, molto diffuse nel Lazio. Una volta scappate o abbandonate dagli allevamenti per la produzione di pelliccia colonizzano i fiumi. Per scavarsi le tane, però, indeboliscono gli argini provocando erosioni del terreno e danneggiano colture e canneti, privando alcuni animali autoctoni dei loro habitat. Se pensiamo alle testuggini palustri americane, le tartarughine d’acqua che i bambini si portano a casa, non immaginiamo che possano essere deleterie. E così quando crescono e non possono essere accudite, la gente le lascia nei fiumi o nei laghi. Essendo voraci, però, queste tartarughe hanno un forte impatto nel nuovo ambiente, ponendosi all’apice della catena alimentare e rubando spazi alle testuggini autoctone. I parrocchetti dal collare sono dei pappagalli di colore verde-azzurro.

Al parco della Caffarella ce ne sono tanti, ma si stanno diffondendo anche in altre aree. Non possiamo, infine, dimenticare il gambero rosso della Louisiana presente nel Tevere, specie deleteria per gli ambienti acquatici in quanto onnivora e vorace.

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